Per la prima volta, i ricercatori hanno combinato i dati dei collari satellitari con riprese di telecamere specializzate per far luce su una delle fasi più misteriose e cruciali della vita degli orsi polari: il periodo trascorso nella tana materna, dal parto fino all’uscita dei cuccioli. È quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Toronto Scarborough e pubblicato sul Journal of Wildlife Management. Ricerche precedenti hanno dimostrato che il tempo trascorso dalle madri nelle loro tane influisce sulle probabilità di sopravvivenza dei cuccioli.
Orsi polari: un nuovo metodo per individuarli
“L’Artico si sta riscaldando da due a quattro volte più velocemente rispetto al resto del mondo. Gli esseri umani si stanno espandendo in aree potenzialmente cruciali per le tane degli orsi polari, e sappiamo che questi animali sono molto sensibili ai disturbi”, afferma Louise Archer, autrice principale dello studio e ricercatrice postdoc presso l’Università di Toronto Scarborough. “Abbiamo bisogno di cuccioli sani per sostenere le popolazioni. Stiamo cercando di sviluppare strumenti per monitorare e comprendere meglio il loro comportamento, così da proteggerli più efficacemente”.
Archer e il suo team hanno studiato gli orsi per sei anni, utilizzando collari satellitari su 13 esemplari della sottopopolazione del Mare di Barents e installando telecamere all’esterno di nove tane a Svalbard, in Norvegia. Hanno scoperto che le stime relative al periodo trascorso in tana variavano da alcuni giorni a oltre una settimana, a seconda che fossero analizzati solo i dati dei collari o quelli delle telecamere.
I dati dei collari
Ogni volta che raccoglievano i dati dei collari, li confrontavano con le immagini registrate dalle telecamere per confermare le attività degli orsi. Successivamente, hanno sviluppato tre modelli statistici che permettono ad altri ricercatori di inserire i dati dei collari per prevedere con precisione non solo cosa stanno facendo gli orsi, ma anche cosa probabilmente faranno.
Questi modelli possono determinare quando gli orsi escono per la prima volta, quando tornano fuori e quando lasciano definitivamente la tana. Inoltre, uno dei modelli consente di prevedere come fattori esterni, come la temperatura, influenzano il comportamento delle madri e dei cuccioli. “I collari sono molto efficaci nell’identificare questi comportamenti generali, come il primo ingresso e l’uscita definitiva dalla tana. Abbiamo scoperto che corrispondevano abbastanza bene alle immagini delle telecamere”, spiega Archer. “Tuttavia, è stato più difficile distinguere comportamenti più dettagliati, che invece emergevano chiaramente dai video”.
Gli orsi uscivano dalle tane quasi sempre di giorno, con spostamenti che duravano in media circa 27 minuti (da meno di un minuto a quasi otto ore). Circa la metà delle volte, le madri portavano con sé i cuccioli, restando per lo più entro 40 metri dalla tana. La probabilità di vedere gli orsi fuori dalla tana aumentava con ogni grado in più di temperatura e con ogni giorno trascorso dalla prima uscita.
Il cambiamento rapido nell’Artico
“L’Artico sta cambiando rapidamente. Abbiamo perso molto ghiaccio marino, quindi osservare il comportamento degli orsi polari e il loro adattamento a questi cambiamenti ci offre preziose informazioni su ciò che potremmo aspettarci in altre parti dell’Artico in futuro”, conclude Archer, che ha recentemente completato uno studio sul legame tra il declino delle popolazioni di orsi polari e la riduzione del ghiaccio marino causata dal cambiamento climatico. “Ecco perché siamo così impegnati nell’ampliare il nostro database e nel continuare a monitorare questi animali nella regione”.
Immagine di copertina: Natura Orso Bianco Polare – Foto gratis su Pixabay