L’ultimo studio di Our World in Data affronta due domande cruciali: il vaping (uso di sigarette elettroniche) è meno dannoso del fumo di tabacco? E può aiutare chi fuma a smettere? Secondo gli autori, sebbene non si possa parlare di “assenza di rischio”, le evidenze mostrano chiaramente che la sostituzione del fumo tradizionale con strumenti di vaping rappresenta un miglioramento significativo per la salute.
Perché il fumo è particolarmente pericoloso
Il fumo di sigaretta comporta la combustione del tabacco, che produce migliaia di sostanze tossiche e cancerogene — ad esempio catrame, monossido di carbonio, benzene, cadmio e idrocarburi policiclici — tutte fortemente collegate a cancro ai polmoni, ictus, malattie cardiache e altre gravi patologie. Questo rende il fumo una delle principali cause di morte precoce e malattia invalidante nel mondo.
Perché il vaping è “meno dannoso”
Nel caso delle e-sigarette, non avviene combustione del tabacco: viene riscaldato un liquido che produce aerosol. Questo porta a un’esposizione molto inferiore alle sostanze pericolose presenti nel fumo. Pur contenendo nicotina — che crea dipendenza e può avere effetti a breve termine su pressione e frequenza cardiaca — e pur presentando rischi residui legati agli aromi, ai solventi e ai metalli nei componenti dell’apparecchio, l’impatto complessivo sulla salute è comunque “molto più basso” rispetto al fumo.
Efficacia come strumento per smettere
Un’altra parte importante dell’articolo riguarda l’efficacia del vaping come strumento per smettere di fumare. Le revisioni sistematiche (inclusa una recente della Cochrane Collaboration) rilevano “alta certezza evidenza” che le persone che usano e-sigarette sono più propense a smettere rispetto a chi usa solo cerotti o gomme alla nicotina. Tuttavia, è chiaro che se continuano sia a fumare che a svapare senza ridurre il fumo, non c’è beneficio reale per la salute.
Sfide e percezioni errate
Nonostante le evidenze, molti fumatori percepiscono il vaping come ugualmente o più dannoso rispetto al fumo tradizionale: in Inghilterra, ad esempio, dal 2015 al 2025 la quota di fumatori che credevano che il vaping fosse meno dannoso è scesa dal 35 % al 12 %. Questa percezione errata rappresenta un ostacolo alla riduzione del danno e rischia di impedire a chi fuma di optare per un’alternativa meno rischiosa.
Foto di Renz Macorol: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-che-tiene-vape-nero-3545426/























