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Via libera all’assistente infermiere: cosa farà in ospedale e nella sanità privata

Tra l'infermiere e l'operatore sociosanitario (Oss), ne spunta una nuove e terza ovvero quella dell'assistente infermiere

(Adnkronos) – Tra due figure professionali importanti per la presa in carico del paziente e l’organizzazione di un reparto, l’infermiere e l’operatore sociosanitario (Oss), ne spunta una terza: l’assistente infermiere. La Conferenza Stato-Regioni ha dato l’ok a questa nuova figura che vedremo presto nella sanità pubblica e privata.  Nel decreto si parte dalla descrizione della figura, “un operatore in possesso della qualifica di Oss che ha seguito di un ulteriore percorso formativo consegue la qualifica di assistente infermiere”, si legge nell’articolo 1.

Chi è l’assistente infermiere?

“Collabora con gli infermieri assicurando le attività sanitarie oltre a svolgere le attività proprie del profilo di operatore socio sanitario”, precisa il documento che sancisce l’accordo tra il Governo e le Regioni sull’assistente infermiere che nelle considerazioni iniziali evidenzia che la figura arriva per rispondere “alla generale necessità di rispondere in maniera differenziata ai crescenti bisogni di salute della popolazione”.  

“Ë richiesta – si legge nell’accordo – la qualifica di operatore socio-sanitario o titoli equipollenti, il possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado di durata quinquennale o di altro titolo di studio di pari livello conseguito all’estero ed esperienza professionale come operatore socio-sanitario di almeno 24 mesi”, si legge nell’accordo.

I corsi

Possono accedere ai corsi di assistente infermiere, operatori in possesso della qualifica di Oss, privi del diploma di scuola secondaria di secondo grado di durata quinquennale o di altro titolo di studio conseguito all’estero, con cinque anni di esperienza lavorativa nella qualifica di Oss, maturati negli ultimi otto anni; per tali operatori è previsto un modulo teorico propedeutico aggiuntivo, finalizzato all’acquisizione di abilità logico matematiche, comprensione del testo, scrittura sintetica, conoscenze in ambito scientifico-biologico, della durata di almeno 100 ore“.

Preoccupazione dei sindacati

Sono esonerati dalla presentazione del predetto certificato, i cittadini stranieri “che sono in possesso del titolo conclusivo del secondo ciclo scolastico o di un titolo di studio di livello superiore conseguito in Italia“.  Il corso di formazione “ha una durata complessiva non inferiore a 500 ore, da svolgersi in un periodo di tempo non inferiore a 6 mesi e non superiore a 12 mesi. Il corso è strutturato in moduli didattici teorici di almeno 200 ore, tirocinio di minimo 280 ore, e almeno 20 ore di esercitazioni e simulazioni“, precisa l’accordo.  

Su questo tema c’è molta preoccupazione da parte dei sindacati di categoria, perché rispetto al lavoro fatto per aumentare gli stipendi degli infermieri nel pubblico e nel privato, oggi rimane il nodo che nel privato sono più bassi. Lo scenario che non piace è che l’assistente infermiere nel pubblico potrebbe avere una retribuzione più alta rispetto a un infermiere che lavora nel settore privato.  

—cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Foto di Renate Köppel da Pixabay

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