Le borse occidentali crollano sotto i colpi del Coronavirus. La settimana finanziaria si è aperta con un calo a Piazza Affari seguito dopo poche ore da quello di Wall Street. Le dichiarazioni di Trump che ha chiuso ai voli dall’Europa e della BCE che ha lasciato invariati i tassi d’interesse hanno contribuito all’ulteriore crollo delle borse del mondo. Crisi anche per il petrolio il cui costo al barile ha raggiunto i livelli della Guerra del Golfo. Tengono soltanto i cosiddetti beni rifugio tra i quali primeggia l’oro.
Crollo delle borse nel mondo: com’è iniziata la settimana
Sembrava un affare tutto orientale il Coronavirus, un problema sì grave ma che non ci avrebbe mai toccati e invece da due settimane l’Italia è al momento il Paese più colpito d’Europa dal Covid-19. La circostanza ha avuto subito le sue ripercussioni sui mercati finanziari che hanno registrato le prime perdite. La settimana è iniziata con l’apertura in negativo di Piazza Affari mentre Wall Street ha eseguito una procedura che non si vedeva dai tempi di Lehmann Brothers. Le compagnie petrolifere come Saipem, Eni e Tenaris hanno chiuso con un ribasso del 20% circa, mentre Nasdaq e Dow Jones hanno chiuso a meno 7% circa. Crollano anche le quotazioni dell’oro nero. Il costo del petrolio al barile è sceso del 33% raggiungendo cifre simili a quelle raggiunte ai tempi della Guerra del Golfo.
Continua il crollo dei mercati
Le ultime dichiarazioni di Donald Trump non hanno certo migliorato la situazione, anzi. Il presidente americano ha annullato tutti i voli provenienti dall’Europa. Permetterà solo il rientro dei connazionali. Una decisione con la quale ha rimarcato la responsabilità dell’Europa nella diffusione del Coronavirus. All’annuncio, infatti, è seguito un ulteriore crollo delle borse nel mondo. La corsa a ribasso non si è fermata neanche ieri quando il calo si è attestato a poco meno del 17%. Stavolta a turbare i mercati sono state le decisioni della Banca Centrale Europea di non abbassare i tassi d’interesse ma di aumentare il Qe di 120 miliardi di euro entro fine anno. Inoltre Christine Lagarde non ha mancato di formulare previsioni scoraggianti per la crescita futura dell’Europa. Tali affermazioni hanno inciso anche sul prezzo al barile del petrolio che ha avuto un ulteriore ribasso.
Oro e beni rifugio
Se da un lato si registra il crollo dei mercati e delle borse del mondo, dall’altro confermano le loro performance i cosiddetti beni rifugio. I titoli di stato americani hanno avuto per la prima volta un leggero calo che ha sfiorato l’1% come anche i Bund tedeschi. Il bene rifugio per eccellenza resta sempre l’oro che ha raggiunto la quota di 1700 dollari l’oncia raggiungendo i massimi avuti nel 2012.