Il 2023 è stato l'anno più letale di sempre per i migranti, con almeno 8.565 persone morte lungo le rotte migratorie in tutto il mondo
Il 2023 è stato l’anno più letale di sempre per i migranti, con almeno 8.565 persone morte lungo le rotte migratorie in tutto il mondo. Si tratta di un tragico aumento del 20% rispetto al 2022, quando le vittime erano state 7.141.
I dati, pubblicati dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) nel suo rapporto “Missing Migrants“, evidenziano una situazione drammatica che richiede un’azione urgente da parte della comunità internazionale.
Il Mediterraneo rimane la rotta migratoria più letale, con almeno 3.129 morti e dispersi nel 2023. La maggior parte di queste tragedie si è verificata nel tratto di mare tra la Libia e l’Italia.
Anche in Africa si è registrato un numero record di morti di migranti, con 1.866 vittime. Le rotte più pericolose sono quelle del deserto del Sahara e dell’Oceano Atlantico, in direzione dell’arcipelago spagnolo delle Canarie.
In Asia, il numero di morti è stato di 2.138. Le rotte più rischiose sono quelle che attraversano il Mar Mediterraneo orientale, il Golfo del Bengala e il Mar Rosso.
Più della metà delle morti di migranti nel 2023 è stata causata da annegamento (53%). Altri fattori di rischio sono gli incidenti stradali (9%), la violenza (7%), le condizioni climatiche avverse (6%) e le malattie (5%).
Il tragico bilancio del 2023 evidenzia la necessità di un impegno più forte per la protezione dei migranti. È fondamentale:
La tragedia dei migranti che muoiono in cerca di una vita migliore è un problema globale che richiede una risposta globale. Solo attraverso un impegno comune e una cooperazione internazionale sarà possibile salvare vite umane e garantire migrazioni sicure e ordinate.
Oltre ai dati, è importante ricordare che ogni numero rappresenta una persona, un essere umano con le sue speranze e i suoi sogni. Dietro le fredde statistiche ci sono storie di dolore e sofferenza che non possono essere ignorate.
È necessario un cambio di passo da parte della comunità internazionale per affrontare questa crisi umanitaria e per costruire un futuro più sicuro e inclusivo per tutti.
Foto di Ria Sopala da Pixabay
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