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Accidia sociale: cos’è e come riconoscerla

L’accidia sociale è un male sottile. Si confonde, si conosce poco, si insinua nelle nuove e vecchie generazioni in maniera subdola ma efficace.

Come fare a riconoscere l’accidia sociale e che cos’è ? Sono queste alcune domande che ci aiuteranno a capire uno dei mali contemporanei.

Alessandra Della Pelle Direttore Generale e Partner della società Contatto Formazione Srl, un’ azienda che si occupa di realizzare Format per lo sviluppo e la consapevolezza personale, ha raccontato in un articolo per il suo blog, cosa provoca l’accidia sociale.

Di fatto l’Accidia sociale è l’indifferenza, il disinteresse verso ciò che accade intorno a noi.

Le riflessioni e le domande rispetto a questo tema sono tante ad esempio:

Come si manifesta l’Accidia sociale :

Se parliamo in ambito emotivo, si tratta di un vuoto di emozioni rispetto ai fenomeni che accadono. La volontà inconscia di non farsi toccare dagli eventi, di non generare nessun sentimento.  Una mancata risposta agli stimoli esterni. In sintesi l’ Apatia delle emozioni.

Cosa genera questo sentimento :

Genera mancanza di idee, di riflessioni, l’incapacità a porsi degli obiettivi o semplicemente a poterli centrare. Tutto ciò che è da fare si può rimandare a domani, un domani che ha un arco temporale indefinito.

L’Accidia può essere sociale ma anche amorosa.

L’accidia in amore è l’incapacità di darsi all’ altro. Di mostrare i propri sentimenti, di lasciarsi coinvolgere dalle impegnative conseguenze dell’amore. L’amore infatti implica gioia ed anche sofferenza, sentimenti che potrebbero scuotere l’animo dell’accidioso, se si lasciasse stimolare dal sentimento.

Questa pigrizia dell anima trova spazio nei procrastinatori, i passivi, nei quieti, negli ignavi generando una stasi di tutte quelle attività emotive, che potrebbero risucchiare energia.

L’accidia genera anche una pericolosa indifferenza , verso tematiche sociali molto gravi. Le malattie altrui, i soprusi, le iniquità verso persone ed eventi che sembrano lontani anni luce. Ma a volte sono più vicini di quanto possa sembrare.

Ci sono esempi banali di accidia sociale, come la coda delle macchine che si crea davanti ad un incidente per guardare la scena, invece di chiamare i soccorsi, pensando che sia qualcun altro ad occuparsene. Oppure quando non si interviene davanti ad una scene di violenza per timore o per indifferenza. Ma anche di fronte ad una notizia del telegiornale, fatta di soprusi o di ingiustizie e non si esprime nessuna idea, nessun giudizio a riguardo.

Quando l’accidia diventa social allora è un male pericoloso.

L’accidia diventa social quando dei ragazzi con un telefonino, davanti ad una palese scena di violenza tra coetanei, non intervengono, ma riprendono tutto con il cellulare. Guardano la scena con indifferenza , quasi come se non li riguardasse.

Condividono o divulgano sui social messaggi di violenza senza comprenderne la gravità. Quando non si indignano, ma fanno scorrere in un attimo di un click le immagini.

Cosa va in contrapposizione con l’accidia sociale:

L’attivista sociale è la risposta all’accidia dilagante, una sorta di iper attività verso agli stimoli esterni. Un interventismo costante, un genere umano del fare quasi insaziabile.

L’attivista sociale è allergico all’immobilismo delle idee e delle azioni. Riempie continuamente spazi emotivi e vitali, creandosi attività e sensazioni che possano tenere le proprie emozioni in costante movimento.

Non accetta che il passare del tempo possa togliere spazio al fare, la vita infatti è un percorso fatto di piccoli e grandi obiettivi da porsi e centrare. La reattività è il suo pane e lo sviluppo delle idee una fonte di energia.

Marianna Esposito

Bancaria di professione, giornalista pubblicista e blogger per passione. Napoletana di nascita , ma fiorentina di adozione .Scrivo dell'affascinante mondo femminile , di moda , social network ed eventi .Testarda e vulcanica , non mi fermo mai alle apparenze , in realtà non mi fermo mai nella vita.

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Marianna Esposito

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