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Aiuti al commercio dall’UE

I ministri dello sviluppo hanno esaminato ed adottato conclusioni sulla strategia aggiornata in materia di aiuti al commercio, presentata nella comunicazione della Commissione del novembre 2017 “Conseguire la prosperità attraverso gli scambi e gli investimenti: aggiornare la strategia congiunta 2007 dell’Unione europea in materia di aiuti al commercio“.

Le conclusioni riflettono la posizione del Consiglio sulla strategia aggiornata dell’UE in materia di aiuti al commercio, volta a migliorare l’integrazione dei paesi in via di sviluppo nel sistema commerciale internazionale e a permettere agli scambi e agli investimenti di contribuire a ridurre la povertà.

La strategia iniziale in materia di “aiuti al commercio” è stata adottata nell’ottobre 2007 in risposta all’iniziativa dallo stesso nome guidata dall’OMC. La strategia aggiornata dà seguito alle priorità strategiche dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile adottata nel settembre 2015 e del consenso europeo in materia di sviluppo approvato dall’UE e dagli Stati membri nel giugno 2017 e rispecchia tali priorità strategiche. I principali obiettivi della revisione sono migliorare la complementarità tra la politica commerciale e la politica di sviluppo e accrescere l’efficacia della strategia, potenziando le dotazioni a favore dei paesi meno avanzati, dei paesi in situazioni di fragilità e dei paesi colpiti da conflitti.

In particolare, la strategia aggiornata mira ad aumentare le sinergie tra i vari strumenti di finanziamento dello sviluppo che l’UE e gli Stati membri utilizzano per promuovere gli aiuti al commercio, e a potenziare l’impatto dei programmi di aiuti al commercio attraverso un maggiore dialogo con il settore privato, la società civile e le autorità locali. La strategia mira inoltre a garantire che l’aumento degli scambi commerciali porti vantaggio a tutta la società, incluse le donne.

Gli aiuti al commercio dell’UE integrano le altre misure di politica commerciale a favore dei paesi in via di sviluppo. Queste comprendono in particolare il sistema di preferenze generalizzate dell’UE (SPG e SPG+ e “Tutto tranne le armi”), che consente ai paesi in via di sviluppo di pagare meno dazi sulle loro esportazioni verso l’UE o di non pagarli affatto, e gli accordi commerciali bilaterali con i partner commerciali. Ad esempio, gli accordi di partenariato economico (APE) tra l’UE e i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) creano condizioni commerciali preferenziali, pur proteggendo settori sensibili delle economie dei paesi ACP.

Gli aiuti dell’UE e degli Stati membri a sostegno del commercio e delle capacità produttive hanno raggiunto più di 13 miliardi di EUR nel 2015 e quasi 100 miliardi di EUR nel periodo 2008-2015. Ciò rappresenta un terzo degli aiuti al commercio su scala mondiale e fa dell’UE il principale donatore di aiuti del mondo. Inoltre, uno studio indipendente sui benefici economici prodotti dai regimi commerciali dell’UE a favore dei paesi in via di sviluppo, svolto nel 2015, ha concluso che la politica commerciale dell’UE ha aumentato in maniera significativa le esportazioni dai paesi in via di sviluppo ed ha contribuito alla loro diversificazione economica.

Redazione CinqueColonne

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