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Arquitectura de tierra

È stata inaugurata, a Lima, la mostra ‘Arquitectura de tierra Estética, tipologías, restauración: Italia & Perù’ organizzata dall’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali (Itabc) del Cnr in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura e l’Ambasciata italiana di Lima, l’associazione internazionale delle ‘Città della Terra Cruda’ e il Ministerio de Culturadel Perù. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico è ospitata presso il Centro Culturale ‘La Casona’ della storica Universidad Nacional Mayor de San Marcos fondata da Carlo V nel 1551.

Alla inaugurazione erano presenti il direttore dell’Istituto di cultura di Lima Gabriele La Posta, la vice Rettora dell’Università San Marco Elizabeth Canales Aybar, il direttore del Centro Culturale di San Marco César Franco, la direttrice del Settore di Siti del Patrimonio mondiale del Ministerio de Cultura Ana Maria Hoyle, la direttrice della Missione Italiana in Perù Francesca Colosi (Itabc-Cnr) e il Coordinatore della Mostra Roberto Orazi. 

L’iniziativa, che ha riscosso un ampio successo di pubblico, rappresenta un’ulteriore manifestazione della lunga collaborazione portata avanti dalla la Missione italiana in Perú dell’Itabc con il Ministerio de Cultura del Perù. Tale collaborazione è focalizzata sulla conservazione e la valorizzazione del Complesso Archeologico di Chan Chan che, inscritto nella World Heritage List dal 1986, rappresenta il più grande insediamento dell’America Latina costruito in terra cruda. 

La tecnica costruttiva in terra cruda è una delle più antiche ed è tuttora diffusa in gran parte del mondo. Strettamente legata al substrato geologico, nel corso dei secoli ha dato origine a veri e propri capolavori architettonici integrando la terra con altri materiali come il legno, la canna, la pietra. Il 10% del Patrimonio mondiale dell’Unesco è rappresentato da monumenti costruiti in terra. 

La reperibilità e il basso costo della materia prima, insieme alla facile lavorazione sia dell’adobe che delle finiture, ne ha permesso l’utilizzo da parte di intere popolazioni per la realizzazione delle proprie strutture insediative e produttive. 

Mentre in Perù la tecnica dell’adobe ha dato origine a testimonianze di grande rilievo, in Italia è presente, con particolari varianti tecniche, in alcune regioni e soprattutto in insediamenti di tipo rurale.  Il patrimonio costruito in terra, riscoperto agli inizi del secolo scorso da parte di alcuni geografi, con il passare del tempo ha suscitato l’interesse degli studiosi dando origine alla nascita di centri di ricerca per l’analisi e la conservazione. 

La mostra intende porre l’attenzione su una tecnica costruttiva di basso costo ed ecocompatibile che, proprio grazie alla ricerca di questi ultimi decenni, sta acquistando nuova dignità. Allo stesso tempo, vuole illustrare le differenti procedure adottate nei due Paesi, per quanto riguarda il recupero funzionale degli edifici in terra e la valorizzazione delle tradizioni locali.

Redazione CinqueColonne

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