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Aspartame cancerogeno? Facciamo chiarezza

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito l'aspartame nell'elenco delle sostanze possibilmente cancerogene. Cosa comporterà questa decisione?

L’aspartame è possibilmente cancerogeno. E’ con questa espressione che il dolcificante artificiale più diffuso al mondo è stato catalogato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Come dobbiamo comportarci ora che lo sappiamo? Dobbiamo abolirne il consumo? Non troveremo più i prodotti con aspartame sugli scaffali dei supermercati? La definizione, in effetti, può indurre in confusione e allora facciamo chiarezza.

Aspartame possibilmente cancerogeno: cosa significa?

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), la sezione dell’Organizzazione Mondiale di Sanità specializzata nella ricerca oncologica, classifica le sostanze su quattro livelli:

  • Gruppo 1: Cancerogeno per l’uomo. Contiene sostanze considerate cancerogene in base a un’evidenza scientifica molto alta.
  • Gruppo 2A: Probabilmente cancerogeno per l’uomo. Le sostanze classificate in questa categoria presentano una limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo ma una sufficiente evidenza sugli animali.
  • Gruppo 2B: Possibilmente cancerogeno per l’uomo. Questa fascia contiene le sostanze per le quali c’è una limitata evidenza di cancerogenicità per l’uomo e un livello inferiore alla sufficienza per gli animali.
  • Gruppo 3: Non classificabile in relazione alla sua cancerogenicità per l’uomo. Per le sostanze appartenenti a questa fascia non c’è un’adeguata evidenza di cancerogenicità per l’uomo e inadeguata o limitata negli animali. Appartengono a questa fascia tutte le sostanze non inserite nelle fasce precedenti. Non è escluso, quindi, che in futuro le sostanze del gruppo 3 non possano slittare nelle altre fasce in base alle evidenze scientifiche.

L’IARC ha inserito l’aspartame nel gruppo 2B. Nel gruppo, cioè, che rappresenta il pericolo più basso.

Aspartame sì ma con moderazione

La decisione è stata presa dall’OMS dopo il confronto tra due studi. Il primo condotto dall’IARC che ha raccolto i dati su diversi studi scientifici sull’aspartame degli ultimi decenni. Il secondo è stato prodotto dagli esperti di FAO e OMS e analizza le correlazioni tra quantità assunte e potenziale cancerogeno.

Il rischio cancerogeno collegato all’aspartame si basa proprio sulle quantità. L’OMS raccomanda, infatti, di non superare la dose giornaliera di 40 milligrammi di aspartame per chilo corporeo. Per avere un’idea di ciò che questo significa basti sapere che una persona adulta del peso di 70 chili dovrebbe consumare al massimo 15 lattine di bibite “zero” al giorno.

Per i bambini e gli adolescenti, la dose massima consigliata scende a 5 lattine al giorno.

Dove troviamo l’aspartame?

Tutte le bibite cosiddette zero contengono aspartame. Tuttavia questo dolcificante artificiale lo ritroviamo in tanti altri alimenti quali:

  • gomme da masticare
  • gelati
  • cereali per la colazione
  • dentifrici
  • alcuni farmaci

La nuova classificazione dell’aspartame da parte dell’OMS non prevede, dunque, che si smetta di consumare la sostanza e non richiede il ritiro dal mercato degli alimenti che la contengono.

In copertina foto di Towfiqu barbhuiya su Unsplash

Serena Bonvisio

Giornalista pubblicista, ha al suo attivo collaborazioni con diverse testate locali e nazionali, nonché esperienza di radio e ufficio stampa. Il web è come il primo amore... non si scorda mai.

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Serena Bonvisio

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