Si è conclusa l'ispezione dei Nas al magazzino della AstraZeneca di Anagni, nel frusinate. I militari hanno vigilato sulle destinazioni dei carichi
Nuovi problemi si abbattono su AstraZenca. Dopo il ritiro in via cautelativa di un lotto di dosi a causa di morti sospette, ci si interroga sulle 29 milioni di dosi conservate nei capannoni di una ditta ciociara. Un’interrogazione che viene da molto in alto, dalla Von Der Leyen in persona e che ha coinvolto il nostro premier Draghi. E’ partita così un’ispezione al magazzino AstraZeneca di Anagni che ha verificato la destinazione delle dosi conservate.
AstraZeneca è una società anglosvedese che ha la sua sede principale a Cambridge, in Inghilterra. Le altre sedi sono dislocate un po’ ovunque: in Europa sono in Spagna, Belgio, Francia, Germania, Svezia e Paesi Bassi. In tutte queste sedi viene eseguita la prima parte della produzione dei vaccini. Una volta terminata questa prima fase, il siero viene trasportato presso la Catalent, una ditta di servizi farmaceutici, nella sua sede di Anagni, nel Lazio. Alla Catalent, dove arrivano anche fiale e flaconi di vetro provenienti dalla soffieria Bertolini di Torino, si provvede all’ultima fase di produzione del vaccino. Si aggiungono gli eccipienti, si infiala il siero e si congelano i flaconi. La Catalent di Anagni ha una capienza di 50 milioni di dosi.
Non stupisce, quindi, che in quei capannoni ispezionati ci fossero 29 milioni di dosi del vaccino prodotto da AstraZeneca. A destare preoccupazione era piuttosto la destinazione che queste fiale avrebbero avuto. I vaccini infialati presso la Catalent raggiungono tutti la sede AstraZeneca di Anversa, in Belgio, per gli ultimi controlli. Da Anversa i vaccini sono spediti per le diverse destinazioni. Ed è qui che scatta l’ammonizione dell’Unione europea. Pur stabilendo AstraZeneca le destinazioni alle quali vanno consegnati i loro vaccini, i vertici comunitari non hanno potuto fare a meno di sottolineare i ritardi della società nelle consegne. Delle 120 milioni di dosi che l’azienda anglosvedese si era impegnata a consegnare nel primo trimestre ne ha distribuite meno di 30 milioni.
Dal canto suo AstraZeneca, che tra le aziende farmaceutiche produttrici dei vaccini anti Covid 19, è quella più indietro di tutte sulla tabella di marcia, ha rassicurato che le consegne programmate finora riguardano i Paesi della Comunità europea e quelli Covax. Il programma internazionale che si occupa della vaccinazione nei Paesi meno sviluppati. Una rassicurazione doverosa dopo le proteste arrivate anche dal governo francese e dopo il blocco dell’esportazione da parte del nostro governo di un grosso carico destinato all’Australia.
In copertina foto di Gencat
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