Firmato l'accordo su Autostrade per l'Italia tra il Governo e il gruppo Benetton. A vent'anni dalla privatizzazione, la nuova gestione segnerà un totale cambio di rotta e i 5 Stelle cantano vittoria
L’accordo per la gestione della rete Autostrade prevede la graduale uscita del gruppo Benetton. Questo è uno dei dettagli chiari dopo un lungo lavoro di mediazione tra Conte e la famiglia di imprenditori veneti. Sul tavolo della discussione vi era la questione della penale da versare ai Benetton in caso di recesso e il loro ruolo nel futuro dell’azienda. L’accordo, indirettamente sollecitato dal sindaco di Genova Marco Bucci, consentirà, tra l’altro, la riapertura al traffico del nuovo viadotto Polcevera.
Quando il 14 agosto 2018 crollò il ponte Morandi, molti commentatori parlarono di disastro annunciato. Nonostante avesse mostrato tutti i suoi limiti con l’aumento della circolazione veicolare, l’usura della struttura che attraversava la città era evidente come era evidente che gli interventi di manutenzione non erano stati sufficienti. Di conseguenza i primi a salire sul banco degli imputati furono i Benetton, proprietari di Atlantia, la società azionista di maggioranza di Autostrade per l’Italia. Da qui la decisione di nominare un Commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto. Oggi, a quasi due anni dalla sciagura, il nuovo ponte di Genova è ultimato e dovrebbe essere inaugurato i primi giorni di agosto.
“I Benetton sono fuori, ce l’abbiamo fatta” ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi di Maio. Cosa significa questa affermazione? Seguiamo la vicenda passo dopo passo.
Autostrade per l’Italia era una compagnia privata nella quale Atlantia (di proprietà dei Benetton) aveva una partecipazione pari all’88%. Il restante 12% era coperto da Appia e Silk Road. Con l’accordo appena concluso, la partecipazione di Atlantia scenderà all’11% mentre il 33% sarà la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti, una società direttamente gestita dal ministero dell’Economia e delle Finanze, e il 22% sarà gestito da altri investitori istituzionali. Le restanti quote di minoranza saranno aperte a Silk Road e Appia e ad altri investitori. Con una quota di partecipazione così bassa, Atlantia non avrà diritto a sedere nel consiglio di amministrazione.
I punti focali di questo accordo sono essenzialmente due: l’uscita della famiglia Benetton dalla gestione di Autostrade per l’Italia e un ritorno, seppur parziale, alla statalizzazione. Togliere la concessione agli imprenditori tessili veneti dopo la tragedia di Genova è stato un punto molto combattuto dal Movimento 5 Stelle che oggi rivendica il merito di questo successo. Le opposizioni, invece, come avviene per ogni questione che diventa politica, negano il successo dell’operazione focalizzandosi sui “vantaggi” ottenuti dai Benetton uscendo di scena. Creando, invece, una società con azionariato a maggioranza pubblica sembra chiudersi la stagione delle privatizzazioni che negli scorsi decenni era stata così cara a certa parte della sinistra italiana. Resta ora da sciogliere il nodo delle tariffe.
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