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BACCO E … VENERE

Le festività sono anche tempi mangerecci e di bevute, ma per molti, forse troppi, le libagioni alcoliche sono diventate ordinarie e non si fermano.

Le festività sono anche tempi mangerecci e di bevute, ma per molti, forse troppi, le libagioni alcoliche sono diventate ordinarie e non si fermano ai periodi di festa

Tra le fasce maggiormente aduse ad un consumo eccessivo di alcol non solo i giovani, come da tempo si riporta nelle sue campagne contro l’abuso di alcolici, ma le donne di mezza età, che secondo alcune statistiche pare che bevano anche più delle loro figlie tanto che in alcuni Paesi dell’UE tra cui la Gran Bretagna si parla di una vera e propria “epidemia silenziosa da alcool”. Sarebbero, infatti, le ultraquarantacinquenni a bere più di qualsiasi altra fascia d’età tra le donne, anche più dei giovani. E, moltissime, sarebbero le professioniste a ‘bere per dimenticare’ e superare le infelicità della vita con conseguenti gravi rischi per la salute pur non presentando i tipici segni dell’alcolismo. In Gran Bretagna, gli esperti hanno sottolineato come le donne di questa età stanno diventando l’onere più importante per il servizio sanitario nazionale a causa di patologie alcol-correlate, tra cui ictus, malattie del fegato e tumori. L’indagine svolta in il Regno Unito ha rilevato che le donne dai 45 ai 64 bevono in media, 8,8 unità di alcol a settimana: ossia l’equivalente di una bottiglia di vino. Tuttavia, tra le diverse categorie le professioniste sono più propense a rilassarsi con l’alcool alla fine della giornata lavorativa, e devono in media 9,1 unità a settimana. Tali cifre, ovviamente comprendono anche tutte coloro che sono astemie o devono relativamente poco. Ciò significa che sono molte coloro che consumano molto più del livello massimo indicato che per gli inglesi è pari a 14,1 unità a settimana. L’indagine in questione ha rilevato anche che le campagne di governo che dedicano più attenzione alle donne più giovani in relazione ai pericoli connessi al binge-drinking, la stupida pratica di bere solo per stordirsi, sembrano funzionare. A tal proposito è stato confermato che le donne di età compresa fra i 16-e i 24 anni consumano in media 8,4 unità di alcol alla settimana – ossia circa il 20 % in meno di quanto facevano diversi anni fa. Allo stesso tempo, gli uomini consumano circa due volte la quantità di alcol che viene ingerita in media dalle donne. Questi dati hanno spinto le autorità sanitarie d’Oltre Manica ad improntare campagne contro il consumo eccessivo di alcol specifiche e dedicate alle donne di età al di sopra dei 45 anni per aumentare la consapevolezza circa i rischi connessi all’abuso dell’alcol perché come detto, cresce il numero di quelle che bevono costantemente ogni sera ma che non mostrano segni evidenti di alcolismo. In considerazioni di tali preoccupanti dati, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, pur rilevando che in Italia le stime circa il consumo pro capite per fasce di età di alcolici consumati ed i costi sociali connessi alle malattie alcol correlate sono inferiori a quelle di altri paesi europei , ciò non vuol dire che le nostre concittadine siano meno esposte all’alcolismo o comunque ad un consumo eccessivo di alcolici, sottovalutando troppo spesso le loro condizioni ed i rischi di patologie connesse. Per tali ragioni, ci si continua ad appellare alle autorità sanitarie ed alle istituzioni competenti, a partire dal prossimo Ministro della Salute, affinché incentivi le campagne di sensibilizzazione troppo spesso connesse al solo rischio d’incidenti stradali a seguito del consumo di alcol. Ciò per salvare tante vite umane di donne e madri e per ridurre i costi sociali a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Fonte: “Sportello dei Diritti”

Gianni Tortoriello

Quattro decenni e più di vita dedicati al giornalismo, ma anche alla comunicazione tout-court, passando dalla carta stampata, alla televisione, al web. Una Laurea in Scienze Politiche alla Federico II, qualche anno d'insegnamento e qualche altro da formatore. Unica fede, il Napoli. Poche certezze, tanta passione e una consapevolezza: ciò che paga è solo l'impegno costante nel realizzare i propri progetti e, perché no, i sogni. Il villaggio globale di cristallo dell'informazione e della comunicazione è, purtroppo, divenuto il luogo dove conta solo 'spararla quanto più grossa possibile!' Il sensazionalismo e l'opinionismo hanno soppiantato la notizia. Io vorrei solo continuare a fare quello che mi hanno insegnato: raccontare i fatti.

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