Nella confusione più totale arriva la nuova ordinanza firmata dal generale Francesco Paolo Figliuolo che sembra dare alla campagna vaccinale un nuovo corso. E' davvero così?
D’ora in poi le vaccinazioni anti Covid 19, in Italia, proseguiranno esclusivamente per fasce d’età, dai più anziani ai più giovani: a stabilirlo è la nuova ordinanza firmata lo scorso 9 aprile dal generale Figliuolo. Niente più categorie speciali se non i fragili e i loro caregiver, niente più vaccinazioni per insegnanti e poliziotti. Quanti appartengono a queste ultime due categorie e hanno già ricevuto la prima dose (parliamo di persone tra i 40 e i 55 anni) potranno completare l’iter vaccinale con lo stesso vaccino (cioè quello sconsigliato agli under 60). Le disposizioni, che avrebbero dovuto dare un nuovo corso alla campagna vaccinale, testimoniano ancora una volta il suo carattere “schizofrenico” mentre resta irrisolto il problema principale: i vaccini. Vale a dire la disponibilità, distribuzione e notizie certe sulla sicurezza.
Perché parliamo di campagna schizofrenica? Prima di tutto per quell'”etc.” che compare nel Piano Strategico messo a punto lo scorso dicembre dal ministro della Salute Salute Roberto Speranza. Quell’apertura alle categorie cosiddette essenziali: personale scolastico, forze dell’ordine, etc. (appunto) dopo aver provveduto alla copertura del personale sanitario, personale e ospiti di RSA, ultraottantenni, e parallelamente alle persone con comorbidità croniche, ottantenni, settantenni. Cos’è accaduto?
Senza contare che ogni regione ha proceduto in maniera autonoma raggiungendo gli obiettivi prefissi in tempi diversi.
La principale novità introdotta dal generale Francesco Paolo Figliuolo, una volta preso il comando della campagna vaccinale, è stata la possibilità di utilizzare le dosi di vaccino avanzate a fine giornata somministrandole a persone non prenotate. Dopo le code di questuanti dei primi giorni, si è capito che bisognava organizzare delle liste d’attesa parallele: le cosiddette panchine. Ecco che, le persone che si registrano regolarmente in queste liste e si vaccinano diventano i “furbetti del vaccino”, coloro che scavalcano le liste per ottenere un privilegio. Tutto questo mentre si sommavano i casi di trombosi in soggetti quarantenni e cinquantenni (appartenenti alle categorie essenziali di cui sopra) dopo aver avuto il vaccino AstraZeneca. Nodo spinoso (ma non imprevedibile) che l’EMA ha ritenuto di sciogliere classificando gli episodi di trombosi come effetti collaterali rari del vaccino e consigliando la sua somministrazione a soggetti al di sopra dei 60 anni. Una doccia gelata per quanti hanno già ricevuto il vaccino (e lo riceveranno una seconda volta) e per quanti, una volta convocati presso gli hub vaccinali, rifiutano il siero inglese a favore di quello americano. Ne conseguono, come già abbiamo raccontato, disordini e code chilometriche.
Il punto debole di questa campagna, dunque, è proprio il vaccino:
la mancanza di dosi alla fonte per le inadempienze delle case farmaceutiche;
la loro distribuzione pensata in base agli stessi criteri che sottendono ai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) piuttosto che in base alla popolazione presente;
la mancanza di una comunicazione seria e univoca che spazzi via una volta per tutte le incertezze sui vaccini.
Intanto, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha già preso le distanze da quest’ultima ordinanza ribadendo la sua decisione di vaccinare, insieme ai sessantenni, anche gli operatori economici per guardare già alla stagione estiva in maniera fattiva.
In copertina foto di Gerd Altmann da Pixabay
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