Alex Baroni, Luigi Tenco e Rino Gaetano sono tre cantanti italiani che, seppur morti prematuramente, ricordiamo ancora oggi. Ricordiamo le loro voci inconfondibili ma soprattutto canticchiamo ancora le loro canzoni. Quelle che ci hanno regalato prima che le loro vite e le loro carriere si spezzassero.
Cantanti morti prematuramente: Alex Baroni
Nato a Milano il 22 dicembre 1966, Alex Baroni si laurea in Chimica e inizia a insegnare presso alcuni istituti professionali della città. Parallelamente coltiva la sua passione per la musica scoperta all’età di 17 anni durante una pausa forzata. Un incidente, per il quale ha rischiato una paralisi, lo aveva costretto all’immobilità e il canto si era rivelato un ottimo antidoto alle sofferenze del periodo. La sua carriera artistica conosce una pagina piuttosto ampia come corista per cantanti del calibro di Eros Ramazzotti e Ivana Spagna e un’esperienza in un gruppo da lui stesso fondato: i Metrica. L’esordio da solista avviene nel 1997 con la partecipazione al Festival di Sanremo, nella categoria “Giovani”. Il suo brano “Cambiare” riscuote molto successo sia di pubblico che di critica, e Baroni vince il premio come migliore voce del Festival.
Il 19 marzo 2002, Alex Baroni viene investito da un auto sulla circonvallazione Clodia e muore a 36 anni, dopo 25 giorni di coma, il 13 aprile.
Luigi Tenco
Oltre che uno dei più importanti cantautori italiani, Luigi Tenco può essere considerato un vero e proprio spettro del Festival di Sanremo. La sua morte, avvenuta per suicidio a soli 29 anni il 27 gennaio 1967, durante la kermesse canora, fu un atto di ribellione contro certi meccanismi che muovevano la stessa manifestazione. La sua canzone in gara, “Ciao amore” presentata insieme alla cantante francese Dalida, era stata superata da altre canzoni da lui ritenute di scarso valore artistico. Oggi, il Premio Luigi Tenco, intitolato alla sua memoria dal Club Tenco, è uno dei premi più prestigiosi riconosciuti ai cantautori italiani.
La canzone più famosa di Tenco è “Mi sono innamorato di te”, brano in cui la voce del cantante piemontese risuona più dolce che mai.
Rino Gaetano
Ciò che più fa bene e male allo stesso tempo pensando a Rino Gaetano è che le sue canzoni sono ancora oggi di una straordinaria attualità. La sua voce ruvida fa da megafono a testi di forte denuncia sociale. in uno dei suoi primi album “Mio fratello è figlio unico” ha dato spazio, per esempio, a temi quali la solitudine e l’emarginazione. In “Aida”, ispirato all’omonima opera verdiana, ripercorre le tappe salienti della storia italiana identificando in Aida tutte le donne italiane e l’Italia stessa.
Anche Rino partecipò al Festival, all’edizione del 1978, con il brano “Gianna” (si classificò terzo). L’esibizione mostrò il suo talento, la sua indole allegra e dissacrante. Con il suo brano, si pronunciò, per la prima volta sul palco dell’Ariston, la parola “sesso”.
Rino avrebbe voluto portare al festival “Nuntereggae più”, uno sfottò a personaggi appartenenti a diversi mondi, dallo spettacolo alla politica. Canzoni che è ancora oggi una delle più iconiche.
Il 2 giugno 1981, Rino si trovava a bordo della sua auto sulla Nomentana quando, probabilmente a causa di un collasso, perse il controllo dell’auto, invase la corsia opposta e fu investito in pieno da un camion. Morì poche ore dopo il ricovero in ospedale a soli 30 anni.