Comunicare in famiglia: tra silenzi e smartphone

La comunicazione tra genitori e figli diventa sempre più complessa.Gli smartphone assorbono molto del nostro tempo, cosi aumentano i silenzi e la comunicazione scritta.

La comunicazione in famiglia negli anni del boom tecnologico si fa sempre più silenziosa e in forma scritta.

Comunicare con la sola parola è diventato raro, rapido e per certi versi faticoso
Soprattutto nell’ambito familiare, l’utilizzo sistematico di smartphone e tablet ha ridotto i tempi di conversazioni ai minimi termini, sostituendo il potere della comunicazione verbale con pesanti silenzi.

La vera contraddizione comunicativa sta nel fatto che, se da una parte i social e le nuove tecnologie dovrebbero servire a facilitare la comunicazione tra esseri umani, dall’altra la rendono più difficile, alzando grandi muri.

Questi mezzi utilizzati soprattutto tra i giovani, semplificano a tal punto la comunicazione con i genitori, tanto da renderla per certi versi inesistente.

L’argomento ha interessato persino Papa Francesco tanto da parlarne nell’Angelus del 29/12/2019, dove sollecitò le famiglie a riprendere la comunicazione tradizionale. Troppi silenzi tra genitori e figli hanno preso il posto del dialogo e della condivisione. Il Papa ha sottolineato come ad esempio a tavola, uno dei maggiori luoghi di convivialità, il silenzio sia diventato assordante come quello di una messa.

La comunicazione tra genitori e figli storicamente difficile, soprattutto in una fase molto delicata come quella adolescenziale, diventa un ostacolo quando i punti di contatto si riducono. 

Questo vuoto comunicativo rischia di non cogliere fragilità, dubbi e insicurezze dei ragazzi, trasformando piccole mancanze in grandi voragini.

L’utilizzo dei social, non aiuta i momenti di contatto in famiglia, creando talvolta isolamento e riducendo le famiglie ad un gruppo di perfetti sconosciuti.

La tecnologia social però ,non va sempre demonizzata nella sua interezza
Rispetto al passato consente di sapere sempre dove si trovano i propri figli, dando maggiore tranquillità ai genitori che hanno la certezza di conoscere i luoghi che frequentano. La reperibilità però non risolve il problema di sapere cosa accade.

E’ proprio il racconto di ciò che avviene ad essere fondamentale, insieme alla conoscenza delle dinamiche sociali.

La conoscenza dei propri figli in maniera profonda, nasce dal comprendere come affrontano, le amicizie, la scuola, le prime difficoltà e le grandi insicurezze adolescenziali.

Tutto ciò è possibile solo attraverso il dialogo, un aiuto prezioso alla comunicazione
Secondo uno studio dell Eurispes (L’istituto di Ricerca degli italiani) l’utilizzo degli smartphone non è legato solo all’età dell’adolescenza, ma anche a quella dell’infanzia.

Infatti secondo uno studio condotto sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia nel 2012, il 62% dei bambini ha a disposizione un proprio telefonino, il 44,4% riceve uno smartphone tra i 9 e gli 11 anni. 

L’entrata in relazione con questi strumenti anticipa sempre più i tempi, tanto da diventare un elemento che accompagna la crescita di un bambino.

Lo smartphone o il tablet diventano, a volte, dei “baby sitter silenti” per genitori stanchi o distratti.

Come si fa a capire se la tecnologia ha sostituito la convivialità?
Basti pensare a quanto tempo si trascorre sul cellulare e quanto a parlare con i propri figli. Secondo lo studio Digital 2019 in media si sta connessi 6 ore e 42 minuti al giorno, di cui 2ore e 15 minuti tramite smartphone.

Se si considera una giornata lavorativa media di 6 ore, più il tempo dello spostamento dal luogo di lavoro a casa, le ore trascorse in famiglia sono davvero poche.  

Meglio investire in quantità o qualità del tempo?
Il tema qualità del tempo piuttosto che quantità mantiene sempre una sua valenza. Basta poco per lasciare il segno, l’importante è che questo tempo non venga condiviso in più attività.  Talvolta si è intenti ad intraprendere una conversazione con il cellulare in mano e lo sguardo distratto sullo schermo.

Si sente ma non si ascolta l’interlocutore, dedicando un’attenzione labile e distratta. Il tempo che si decide di dedicare alla conversazione in famiglia, deve essere chiaro, definito e soprattutto senza alcuna distrazione, in questo caso anche se breve sarà di grande valore.

Come sono cambiate le abitudini familiari negli anni ?
Le famiglie nel tempo hanno modificato le loro abitudini. Prima ci si riuniva davanti alla televisione, uno dei primi focolari domestici moderni, ed oggetto di conversazione, oggi si guarda la Tv con lo smartphone in mano.

Lo smartphone come terzo incomodo della comunicazione, ha trovato spazio in tutti i momenti di contatto, perchè facilmente fruibile. Anche le più semplici comunicazioni di routine, sono demandate talvolta ad un messaggio Wathsapp. 

Marianna Esposito

Bancaria di professione, giornalista pubblicista e blogger per passione. Napoletana di nascita , ma fiorentina di adozione .Scrivo dell'affascinante mondo femminile , di moda , social network ed eventi .Testarda e vulcanica , non mi fermo mai alle apparenze , in realtà non mi fermo mai nella vita.

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Marianna Esposito

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