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Conti correnti: banche italiane più care

Le banche italiane sono più care. I conti correnti nelle banche italiane hanno costi più alti che negli istituti di credito stranieri che sono attivi in Italia.

Affidare i nostri risparmi a una banca estera attiva anche in Italia conviene di più rispetto a scegliere un istituto di credito nostrano. Le banche italiane infatti risultano essere le più care sia se optiamo per l’internet banking, sia per le operazioni in filiale. Spende di più anche chi accede a un utilizzo misto online e non dei servizi bancari. SosTariffe.it nel suo ultimo osservatorio ha indagato le differenze dei costi sostenuti dai correntisti delle une e delle altre.

Banche italiane più care: le famiglie sono quelle che pagano di più sui conti correnti
L’analisi ha preso in esame tre differenti profili di consumo. I single, le coppie e le famiglie con figli. Sono queste ultime le più penalizzate nella scelta di una banca italiana, arrivando a spendere in media circa 28,12 euro in più rispetto ai costi annuali che potrebbero sostenere con i conti correnti di una banca estera. L’indagine distingue altresì i prezzi in caso di utilizzo tradizionale della banca (con operazioni in filiale, agli ATM e allo sportello), uso telematico e uso misto (metà online e metà offline). I dati medi adoperati per lo studio sono stati ricavati a febbraio 2020 tramite le condizioni economiche pubblicate sui fogli informativi dei principali prodotti di ben trenta istituti di credito italiani e stranieri attivi nel nostro Paese.

Banche italiane più care: le coppie spendono di più
Lo studio prende in esame anzitutto l’utilizzo tradizionale del conto corrente, dunque con operazioni in filiale, prelievi allo sportello e tramite gli ATM. Questi servizi bancari costano in media sempre di più nelle banche italiane rispetto a quelle estere. In media un single spende ogni anno 78,32 euro con un istituto di credito italiano e soli 65,70 euro con una banca straniera.

Le coppie sono le più penalizzate: un conto corrente in una banca italiana costa loro 91,73 euro l’anno, a fronte di soli 64,60 euro in banche estere, quindi 27 euro in più. Va male anche alle famiglie, che per accedere agli stessi servizi spendono 105,50 euro in un anno per depositare i propri risparmi in banche italiane e invece 79,10 euro, quindi molti meno, in istituti di credito stranieri.

Banche italiane più care: conti correnti con costi maggiori alle famiglie
Il divario di prezzi si riflette anche sull’utilizzo soltanto online dei servizi bancari. Scegliere l’internet banking di un istituto di credito italiano costa circa 20 euro in più a un single (che in una banca italiana spende in media 48,15 euro l’anno e in una estera 28,61).

Alle coppie la stessa scelta costa invece circa 25 euro in più (con una spesa annua nelle banche italiane di 65,65 euro e di 40,86 euro in istituti esteri).

Le differenze di prezzo sono avvertite soprattutto dalle famiglie che spendono ogni anno almeno 30 euro in più sto optando per una banca italiana (76,41 euro conto italiano a fronte di 46,76 euro per un conto estero).

Banche italiane più care: il conto corrente misto
Discorso analogo anche in caso di utilizzo misto (tradizionale e telematico insieme) del conto corrente. preferire una banca italiana ai single viene a costare 21,62 euro in più (con una spesa di 62,35 euro annui nelle banche italiane e 40,73 nelle banche estere).

Alle coppie 26 euro in più (con una media di 81,47 negli istituti di credito made in Italy e 55,49 euro nelle banche estere).

Chi ne risente di più sono come al solito le famiglie, che arrivano a spendere ogni anno 28,29 euro in più (89,74 con una banca italiana e 61,46 con una straniera).

Banche italiane più care: quali sono i costi più alti
Se esaminiamo nel dettaglio le singole operazioni bancarie, ci accorgiamo che le differenze di prezzo si estendono a molte di esse. A cominciare dal singolo movimento allo sportello: che le banche italiane ci fanno pagare in media 1,74 euro e quella estere un euro.

Stesso discorso per i bonifici, disposti in filiale. Nelle banche italiane ci costano 3,77 euro, in quelle estere 3,33. Se le differenze sono quasi impercettibili sul prelievo Atm dalla propria banca (solo 0,04 euro in più), si percepiscono invece in caso di prelievi dagli ATM di altri istituti di credito. In questo caso le banche italiane impongono una commissione media di 1,52 euro, a fronte di soli 0,45 euro delle banche estere. Stessi prezzi applicati per il prelievo negli Atm degli altri paesi dell’Ue.

In controtendenza soltanto i prelievi di contante dallo sportello. In questo caso l’Italia, ancora indietro sui sistemi di pagamento digitali, preferisce applicare una commissione più bassa (pari a 1,80 euro), rispetto agli istituti di credito stranieri che invece penalizzano chi si reca in banca a ritirare materialmente i soldi (imponendo una commissione di 3,50 euro).

A essere clienti delle banche italiane si risparmia di poco anche sui versamenti di contanti e assegni, che costano 0,96 euro a fronte di 1 euro nelle banche estere e sul costo del singolo assegno (0,27 euro nelle banche italiane e 0,83 in quelle straniere).

Il canone annuo è il parametro che rivela distintamente il gap di costi (pari a 23,26 euro in più): in media il fisso annuale richiesto dalle banche italiane è di 35,26 euro, a fronte di soli 12 euro pretesi dagli istituti di credito esteri.

Risultano meno convenienti anche i canoni annui delle carte di credito, che in Italia costano 6,85 euro in più (34,85 per le banche nostrane e 28 per quelle estere). Anche le carte di debito hanno un canone anno di 2,92 euro in Italia, mentre è gratuito nelle banche straniere.

Per quando riguarda le altre operazioni, le disparità sembrano impercettibili, ma ci sono. I bonifici online, ad esempio, costano 0,33 euro in più (0.52 per conti italiani e 0.19 euro per conti esteri). E anche i movimenti online, gratuiti negli istituti esteri, comportano un addebito di 0,04 per le banche nostrane.

Pippo Calaiò

Scrivere è vivere. Sintetico motto che racchiude tutta la mia vita fatta di questo mestiere del raccontare da sempre.

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Pippo Calaiò

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