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Dago Red Tour

Pulsioni rock, soul, blues, reggae che incrociano la canzone classica napoletana. Uno dei timbri più intensi e caldi della musica italiana, voce storica degli Almamegretta, incontra l’eclettico chitarrista fondatore degli Avion Travel. Raiz & Mesolella: due musicisti del Sud e un destino che si compie con l’album Dago Red.

Un disco che ruota intorno al ruolo delle identità e del cosmopolitismo. Memoria e presente, narrativa e canto si fondono in una sintesi migratoria. Oltre i limiti dello spazio fisico e geografico. Nessun confine musicale, culturale o ideologico.

Il disco 

Un disco che fa della contaminazione la sua cifra stilistica principale, con lo spirito di due musicisti che propongono una visione della musica (e della vita) senza pregiudizi di nessun tipo. Ed è proprio il Dago Red Tour chiuderà la rassegna di dicembre di “Chi passa alla Locanda”, il cartellone della Locanda Del Mare, il porto d’inverno caldo ed accogliente del Dum Dum Republic. 

Un disco e un tour da brividi per generare emozioni. “Sembra un album folle, schizofrenico – sottolinea Fausto Mesolella – In realtà ha una sua logica. Abbiamo giocato a contaminare i classici della canzone partenopea con pezzi rock e pop, andando da George Harrison agli Who, da Leonard Cohen ai Gogol Bordello”

Dago Red 

Dago Red si ispira nel titolo all’omonima raccolta di racconti dello scrittore italo–americano John Fante. Dago red è il rosso terrone,  dove per rosso si intende vino. Il “vino terrone” è quel rosso paesano, forse non troppo amato dai palati raffinati dei sommelier, ma forte, sincero e inebriante.

Complice l’origine dell’arte del Sud, i due musicisti arrivano lontano, al di là dell’oceano, senza snaturarsi, bensì moltiplicando sensazioni ed immagini. Dago Red è un viaggio musicale, senza pregiudizi. Una musica in cui coesistono con pari dignità anime diverse, specchio di un’umanità “possibile”. La differenza diventa confronto, condivisione e crescita collettiva.

Contaminazione di musiche diverse. Un esperimento che si spinge oltre, partendo dai grandi classici. Così Lacrime Napulitane di Libero Bovio, che affronta il tema dell’emigrazione di un popolo, dopo un intro voce e chitarra si trasforma nell’urlo di Immigrant Punk dei Gogol Bordello, mentre la chitarra acustica si trasforma in una rabbiosa chitarra elettrica. Performance toccanti, in cui la Carmela diSergio Bruni incontra I’m Yor Man di Leonard Cohen.

La guerra descritta dalle strofe laceranti di ’O surdato ‘nnammurato viene esorcizzata da Give me love di George HarrisonMaruzzella di Renato Carosone viene completamente rivisitata da Raiz in ebraico, mentre si sviluppa un dialogo a distanza tra Campagna di James Senese e Franco Del PreteRastaman chant di Bob Marley.

Un album dalla forte componente evocativa che ben si inserisce nel fil rouge della rassegna immaginata dall’eterna enfant terrible del Dum Dum Republic, Biancaluna Bifulco. Musica che porta con sè un messaggio importante in un mondo che, paradossalmente, si sta chiudendo e sta innalzando nuove barriere, perché “senza incrocio e contaminazione, forse, la musica stessa non sarebbe esistita”.

Redazione CinqueColonne

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