Approvato dal Consiglio dei Ministri il Def 2023. Vediamo quali sono le stime sulla nostra economica per il prossimo triennio e le misure adottate
Il Def 2023 ha ottenuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri. Il primo Documento di Economia e Finanza del governo Meloni illustra quella che sarà la sua politica economica a medio termine. Alle stime elaborate sulla situazione economica attuale e le previsioni per il prossimo triennio si accompagnano i provvedimenti atti a raggiungere gli obiettivi preposti. Vediamo quali sono i numeri diffusi e le misure contenute nel documento.
Il Documento di economia e finanza (DEF) è un documento redatto annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in cui vengono presentate le prospettive economiche e finanziarie del Paese per il prossimo triennio. Il DEF contiene informazioni sulla situazione attuale dell’economia italiana, gli obiettivi di sviluppo per i prossimi tre anni e le strategie per raggiungerli. Inoltre, fornisce indicazioni sulle politiche di bilancio, sul piano d’azione per riformare le istituzioni e sulla gestione della finanza pubblica. Il DEF contiene anche le politiche economiche e fiscali che il governo intende adottare per raggiungere gli obiettivi prefissati.
La preparazione del DEF segue un lungo processo che coinvolge diverse istituzioni e attori. E’ elaborato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che coordina il lavoro dei vari dipartimenti e uffici che si occupano di politiche fiscali, macroeconomiche, finanziarie e strutturali. Il Ministero si avvale anche della collaborazione di esperti e consulenti del settore privato.
Una volta ultimata la bozza, il documento viene sottoposto al vaglio del Consiglio dei Ministri, che apporta eventuali modifiche e approva la versione definitiva. Successivamente, viene presentato al Parlamento, che lo esamina e ne discute l’approvazione.
Durante il dibattito parlamentare sul DEF, i diversi partiti e gruppi parlamentari esprimono le loro valutazioni e proposte di modifica. Alla fine, viene votato dal Parlamento e diventa il documento programmatico ufficiale del governo per l’anno successivo.
Il Def approvato dal Consiglio dei Ministri riporta, per il 2023, un aumento tendenziale del Prodotto interno lordo pari allo 0,9%. Le previsioni sul deficit di bilancio in rapporto al Pil scendono dal 4,5% al 4,35% tendenziale. Anche per quanto riguarda i prossimi anni le stime sono positive. Si prevede, infatti, che per il 2024 il Pil tendenziale si attesti sul +1,4% (1,5% programmatico) mentre per il 2025 dovrebbe attestarsi sull’1,3% e sull’1,1% nel 2026. Gli ultimi due valori coincidono con quelli programmatici. Quanto al rapporto tra debito e Pil, le previsioni danno una progressiva discesa. Se per il 2023 si attesta al 142,1%, nel 2024 è previsto un calo al 141,4% e al 140,4% nel 2026. Si prevede un andamento discendente anche per la pressione fiscale che dovrebbe passare dal 43,3 del 2023 al 42,7% entro il 2026.
Come dicevamo, la previsione per il rapporto tra il deficit a il Pil è pari al 4,35% ma che ci si manterrà sulla stima precedente del 4,5%. Una decisione che consentirà di approvare prossimamente un nuovo provvedimento: una riduzione del cuneo fiscale. Un taglio, cioè dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Il provvedimento avrà un ammontare di 3 miliardi a valere sull’anno in corso. Le stime sulla crescita economica lasciano spazio, come riportato in un comunicato del Consiglio dei Ministri, per un ulteriore taglio della pressione fiscale nel 2025 e 2026.
In copertina foto di Edar da Pixabay
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