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EDUARDO PER IL RISCATTO DI TRENTOLA

La strada per il riscatto sociale passa anche per la poesia: giunge alla sua nona edizione il concorso di poesia intitolato ad Eduardo. Forte.

La strada per il riscatto sociale passa anche per la poesia: giunge alla sua nona edizione il concorso di poesia intitolato ad Eduardo.

Forte iniziativa nel comune di Trentola Ducenta: anche quest’anno è stato indetto il Concorso di Poesia “Eduardo” Città di Trentola Ducenta, giunto oramai alla sua nona edizione. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Culturale “Altavoce”, in collaborazione con la sede della Proloco del comune di Trentola ed il patrocinio della Provincia e dell’Amministrazione Comunale. Per il concorso, quest’anno sono previste due distinte sezioni in cui gli autori potranno competere: una dedicata alla poesia in lingua italiana a tema libero, ed una per la poesia nel dialetto proprio della città. Le opere in gara contribuiranno alla stesura d’una pubblicazione, che sarà presentata al pubblico proprio durante la cerimonia di premiazione del concorso, che è prevista per il 24 Maggio. La premiazione prevede la messa in palio di tre premi per ciascuna delle sezioni, oltre all’attribuzione di un’eventuale Medaglia d’oro per meriti speciali, ad un Premio Giovani riservato ad i minorenni, ed ad un ulteriore Premio Speciale, riservato alle istituzioni scolastiche che parteciperanno alla competizione. Il premio giunge alla sua nona edizione con un curriculum di tutto rispetto: nelle scorse edizioni, infatti, c’è stata una rilevante partecipazione di diversi poeti, equamente divisi tra affermati professionisti ed appassionati amatori, campani e non, oltre ad una forte partecipazione da parte degli alunni dei vari istituti scolastici sul territorio. Un’iniziativa che una volta tanto fa parlare d’un territorio, spesso agli onori delle cronache per episodi di cronaca nera e malavita, in maniera positiva; un’iniziativa che di certo aiuta a far crescere ed a promuovere positivamente il territorio dell’aversano. E non possiamo che accodarci al complimento fatto dal Presidente della Giuria della scorsa edizione del concorso, il Professor Graziano, che diceva “Bene ha fatto l’Associazione Culturale “Altavoce”, a proporre con tenacia e dedizione il Premio di Poesia “Eduardo”: un appuntamento in cui si sfoglia, annualmente, il catalogo delle emozioni e dei sogni delle persone; in questo territorio, rappresenta un gesto di amore verso il futuro e i propri simili che merita – con il contributo attivo di tutti – la massima valorizzazione”. Con la speranza, ci permettiamo di aggiungere, che interessanti iniziative come questa, volte alla valorizzazione del territorio, non restino episodi isolati, quanto piuttosto piccole grandi attività che, unite alle altre e con il supporto di tutta la cittadinanza, tra mille difficoltà in ogni caso si riescano a realizzare sul territorio, e che vanno a rinsaldare e fortificare il nostro comune substrato culturale e non solo. Da parte nostra non può che esserci la massima stima per chi opera sul territorio in questo modo, e non possiamo esimerci dal fare un grossissimo “In bocca al lupo” ad i partecipanti, per quest’edizione, ed agli organizzatori per tutte quelle che le seguiranno…

Abbiamo intervistato Nicola Paone, organizzatore del premio: qui di seguito l’intervista con le relative risposte.

Cinque Colonne Magazine: L’istituzione di un premio letterario, comporta sicuramente un percorso irto d’ostacoli; ci riassuma brevemente le tappe che hanno portato al successo.

Nicola Paone:
Il percorso del premio in questi anni è stato progressivo e brillante; nato nel 2000 come vetrina culturale di provincia, in soli nove anni si è trasformato da prima in regionale, poi nazionale e quindi Internazionale. Nell’anno 2006 ho inserito una sezione dedicata alla Carriera, nato con l’obiettivo di onorare e valorizzare l’esperienza e la professionalità di gente del nostro paese, che hanno intriso spendere la loro vita al servizio degli ideali e dei valori su cui fonda la nostra civiltà, nell’anno 2007 ho dato valore a questa sezione creando il titolo al premio alla carriera nominandolo “ Ad Haustun Doctrinarum” che significa, “Alla fonte delle dottrine”. Il premio Tra le parole e l’infinito è oggi uno dei premi di rilevanza internazionale, basti pensare che la notizia del premio appare nelle pagine di tutti i maggiori siti letterari nazionali, e non solo. Negli ultimi nove anni il Premio Tra le parole e l’infinito, è uno dei più bei premi che un poeta o scrittore possa ricevere, perché è soprattutto un premio “pulito”, libero da condizionamenti politici e clientelari. Un premio letterario che permette a tanti Autori di farsi conoscere.

CCM: Quali sono le caratteristiche che rendono il suo premio diverso da molti altri?


NP:
Non posso ovviamente conoscere le caratteristiche degli altri premi e quindi stabilire un confronto. Tra le parole e l’infinito si distingue per alcuni aspetti: dal nome per esempio, omaggio all’interpretazione del pensiero, altro segno distintivo, il numero ampio di giurati: compresi il presidente sono sedici, poi il sistema di votazione, in cui la responsabilità delle scelte è totalmente affidata alla giuria, ed infine, ciascun componente di commissione ha percorsi formativi diversi.

CCM: Su quali criteri si basa la selezione dei finalisti?

NP: La selezione delle opere avviene in due fasi. Nella prima, ciascun giurato ha a disposizione 10 punti, da distribuire per la valutazione dell’opera. Le opere che ricevono il maggior numero di punti vengono ammesse ma, a parità di punteggio, interviene il presidente, che ha anche facoltà di aggiungere punteggio ad un’opera, in quanto la classifica non consente ex aequo. Nella seconda fase, dopo un’attenta rilettura di tutte le opere finaliste, si decide per la classifica, ogni sezione raggruppa cinque livelli di premi.

CCM: Che cosa vorrebbe implementare nelle prossime edizioni del Premio, e più in generale che progetti ha per il futuro?

NP: Ho avuto un bilancio di attività per il 2007 soddisfacente. Sia per i risultati qualitativi, sia per le soddisfazioni ricevute da attività realizzati, che registrano una significativa crescita dei partecipanti al premio anno dopo anno. I progetti per il futuro sono sicuramente quelli di continuare a svolgere il mio lavoro con impegno. Poi ovviamente di acquisire sempre maggiore professionalità ed autonomia.

CCM: Da una recente inchiesta, si evince che in Italia si scrive molto male, anche nelle classi sociali più agiate, e ciò pare sia dovuto alla scarsa abitudine alla lettura. Come si spiega questo disinteresse?

NP: L’uso ormai diffusissimo del computer e della rete internet ha contribuito in maniera preponderante a questi cambiamenti. Purtroppo è vero che i più giovani preferiscono svaghi alternativi che vedono nella mancanza di tempo il motivo principale della lontananza dai libri. Ci sono poi persone che non leggono nemmeno un libro all’anno, questo dipende sostanzialmente da due fenomeni concomitanti, un minor grado di istruzione e uno status socio-economico basso. Perdersi tra le pagine di un libro, fantasticare ad occhi chiusi per poi lasciarsi risvegliare dalla realtà, non sembra essere un hobby preferito dagli italiani, che alla lettura di un libro preferiscono un giornale. È questa una lacuna culturale affossata dalle abitudini. Le nuove tendenze ed i nuovi modi di concepire la cultura di chi usa il computer sottolinea l’importanza riconosciuta all’informazione all’interno dei più innovativi strumenti della modernità. Che trovano riscontro nelle mutate abitudini dei lettori stessi.

CCM: Secondo lei, un premio letterario può contribuire a stimolare la poesia, in particolare nei più giovani?

NP: Sollecitare la curiosità e la voglia di leggere dei ragazzi, cercare luoghi e momenti. Di incontro con il loro mondo interiore, offrire loro occasioni per ripensarsi, distinguersi, esprimersi. Attraverso la poesia o il racconto, soprattutto ora, nell’era di internet, dove sembra impossibile recuperare il tempo per la lettura, un premio letterario può contribuire con il confronto a stimolare la creatività dei giovani.

CCM: Quale significato attribuisce all’istituzione ed all’affermazione di un premio letterario in una regione come la Campania, ed in particolare in una città come Caivano?

NP: Il significato, di tentare la via della cultura per uscire dall’impasse sociale, imporsi per la qualità e la capacità di coinvolgimento, diventa il principale punto di riferimento per tutta la nostra città, affermarsi nell’intera provincia potrà via trovare forme di aggregazione, partecipazione e iniziativa feconde di sviluppi su vari fronti. Si tratta in pratica di non lasciare che il Premio diventi un’oasi felice, ma di farlo diventare un progetto condiviso, aperto alla collaborazione di tutti coloro che possono dare un contributo utile per dilatarlo e arricchirlo, in vista di un bene culturale comune.

CCM: Qual è il rapporto di questa generazione, bombardata da televisione ed informatica, con il testo scritto? L’uso diffusissimo del computer e del web contribuisce ad allontanare dalla poesia i potenziali fruitori?

NP: Siamo sommersi dai messaggi che ci spingono a non utilizzare queste nuove tecnologie rivoluzionarie, che hanno migliorato e arricchito la nostra vita. E’ vero, ma è anche vero che potenzialmente oltre ad offrire nuovi modi per scrivere ed esprimerci, ci hanno avvicinato alla quotidianità e alla realtà concreta, grazie ad Internet la divulgazione delle opere e degli autori stessi si è propagandata.

CCM: Quali suggerimenti si sente di dare ad un giovane autore che intende affermarsi?

NP: Oltre a mettere in primo piano alcune tra le più significative espressioni artistiche, il premio letterario Tra le parole e l’infinito, mira a far emergere i talenti rilevati e a proporsi come vetrina. Auspico quindi a chi si addentra in questo labirinto di accrescere la propria autostima, e di non smettere mai di confrontarsi in concorsi e premi letterari.

M.M.

s.lico@avcommunication.it

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