FATIH AKIN AL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO: “AI CONFINI DEL PARADISO”

Ospite della XVI edizione del Festival del Cinema Europeo è Fatih Akin, Cinefago ha rivisto per voi " Ai confini del paradiso "

Secondo di una celebre trilogia che affronta: l’amore in La sposa Turca del 2004, il male di cui è capace l’umanità nel film Il Padre (nelle sale italiane in questi giorni), Ai confini del paradiso di Fatih Akin racconta della morte, ma lo fa attraverso un complesso intreccio di vite che si legano le une alle altre a causa di improvvise tragedie che colpiscono alcuni protagonisti innescando la trasformazione del destino degli altri. Un film corale che procede a episodi,  presentando una sceneggiatura avvincente e affatto faticosa, tanto da vincere a Cannes nel 2007 proprio per la scrittura sofisticata nella drammaturgia e densa di contenuti dall’ampio respiro ‘geo-sociale’.

Brema, c’è prima di tutto Alì, immigrato turco in Germania e padre del giovane e promettente professore universitario Nejat. E’ vedovo e solo tutto il giorno Ali, tanto da andare alla ricerca di una prostituta che voglia vivere con lui per fare sesso in modo esclusivo ma soprattutto per  coprire il silenzio di giornate interminabili lontane da suo figlio che lavora ad Amburgo, e dal paesaggio delle sue origini che ha lasciato tanto tempo fa. Incontra allora Yeter che acconsente ad essere pagata per fargli compagnia, ma la convivenza durerà poco perché la donna viene uccisa involontariamente da Ali in un litigio violento. Nejat condivide il senso di colpa del padre che però ha tutta l’intenzione di ripudiare, e va in Turchia alla ricerca della figlia della donna, Ayten,  per provare a chiederle scusa e aiutarla negli studi. Tornato ad Istanbul si rende conto di quanto tutti i sacrifici per diventare un uomo accettato dalla borghesia intellettuale occidentale, ma soprattutto per rendere orgoglioso suo padre che lo ha invece ripagato con una così grave nefandezza irresponsabile, siano ora improvvisamente vani; continuando la sua ricerca decide di acquistare e gestire una libreria di testi di letteratura tedesca ad Istanbul portando la sua esistenza ad una dimensione meno vorace. Ma non riesce a trovare Ayten, ragazza ribelle che imbarcatasi in una pericolosa avventura in una squadra terroristica contro il potere militare al governo, riesce nel frattempo a scappare in Germania sperando di ottenere l’asilo politico. Ayten prova a cercare la madre che le aveva mentito sul suo reale mestiere, e non avendo sue notizie da tempo non sa ancora della sua morte. Si dipana da qui l’episodio della giovane ribelle, che all’università di Amburgo incontra Lotte, una ragazza di estrazione borghese ma con la voglia di rendersi utile, conoscere e partecipare a tutte le cause umanitarie che sarà in grado di sostenere. Lotte invita Ayten a casa sua, con il seppur contrito consenso della madre Susanne, la quale, donna dal passato attivista sessantottino, è ora restìa ad un’educazione che trasmetta una totale e sregolata libertà, mostrandosi a favore dei nuovi valori comunitari europei che nei fatti raccontano una versione imparziale di uguaglianza e libertà. Tuttavia Susanne rimane accondiscendente con la figlia, in nome di una tacita condivisione di quegli ideali da cui la rivoluzione occidentale era partita con migliori intenzioni rispetto ai risultati successivi, trasmessi a Lotte proprio da lei. Ayten viene però trovata e arrestata in Germania, non le viene concesso l’asilo politico ed è costretta a tornare in prigione a Istanbul. Lotte parte insieme a lei volendo provare ad aiutarla a tutti i costi, rompendo anche i rapporti con Susanne che non vuole più finanziare le cause della figlia obbligandola così a cavarsela da sola. Lotte incontra per caso Nejat nella sua libreria, l’uomo le offre una camera in affitto a casa sua permettendole di restare ancora. Ma l’ennesima tragedia colpirà anche Lotte, che viene brutalmente uccisa da alcuni ragazzini per strada dopo aver cercato di recuperare la pistola che Ayten aveva nascosto tempo prima durante un attentato.  Alla morte della figlia Susanne è disperata, ma invece di incolpare Ayten che alla notizia precipita in un immenso sconforto e senso di responsabilità, continua nell’intento di Lotte, aiutando Ayten ad affrontare una causa giudiziaria che la libererà. Susanne arriva ad Istanbul con l’unica notizia che Lotte viveva da Nejat, che ancora una volta si mostrerà umano e comprensivo, e lascerà che Susanne resti da lui il tempo che le serve, non saprà mai però che la causa di Susanne è in fondo anche la sua, che Ayten è la stessa orfana di madre che lui cercava e voleva aiutare, ma lo avrà comunque fatto.  Nei pensieri di Nejat ritorna alla mente il valore della famiglia e di quanto il padre lo abbia reso, nonostante le sue debolezze, una brava persona. 

Giulia Distefano

Faccio cinema, parlo di cinema, scrivo di cinema. A tutto il resto ci penserò da grande.

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