E' una vera e propria escalation quella vissuta nella guerra in Ucraina dopo l'esplosione del ponte di Kerč' e i bombardamenti su Kiev
Dalle ultime notizie che ci arrivano, la guerra in Ucraina sembra vivere una nuova escalation. Nella mattinata di ieri pesanti bombardamenti hanno colpito contemporaneamente diverse città tra cui la capitale Kiev. L’azione russa è la risposta all’esplosione del Ponte di Kerč’ provocata dai servizi segreti ucraini. Come continuerà il conflitto ora?
Facciamo un passo indietro. Nel maggio 2018 Putin inaugura il Ponte di Kerč’ che collega la Federazione russa alla Crimea. Un doppio viadotto, automobilistico e ferroviario, che unisce la penisola di Taman’, nella Russia continentale, alla penisola di Kerč’ in Crimea. Con i suoi 18,1 chilometri, è il ponte più lungo di Russia e d’Europa. L’inaugurazione avviene dopo quattro anni di progettazione e lavori iniziati immediatamente dopo l’annessione della Crimea alla Federazione russa. L’idea, però, risale a molto prima, alla fine dell’Ottocento. Considerato troppo costoso, il progetto è ripreso e abbandonato più volte nel tempo: lo zar Nicola II deve abbandonarlo prima per la guerra russo-giapponese poi per la prima guerra mondiale; il regime nazista nel 1943 vuole realizzarlo per aprirsi una via nel Caucaso settentrionale ma l’avanzata sovietica glielo impedisce. Seguono nuovi tentativi negli anni Sessanta e Novanta che falliscono anche a causa del crollo dell’Unione Sovietica.
L’ultimo capitolo della storia si apre, appunto, nel 2013 quando Federazione russa e Ucraina si accordano per la realizzazione del ponte. L’annessione della Crimea del 2014, però, provoca una frattura nelle relazioni tra i due Paesi e Putin dichiara che realizzerà da solo il ponte sullo stretto di Kerč’.
La violenta esplosione avvenuta sabato sul ponte di Kerč’ ha quindi un doppio valore: strategico e simbolico. Su quel viadotto, che è l’unica strada che collega la Russia all’Ucraina, in questo tempo di guerra, passano i rifornimenti ai territori occupati. Si comprende poi come la distruzione del ponte sia anche un messaggio potente all’invasore. Pur se non ufficialmente rivendicata, infatti, l’esplosione è con ogni probabilità opera dei servizi segreti ucraini. Atto al quale la Russia ha prontamente risposto. I massicci bombardamenti di ieri ne sono la prova.
Come cambia ora la guerra? Per l’Ucraina potrebbe iniziare una fase ancora più dura, per esempio, con intere zone distrutte o senza elettricità in pieno inverno. In più, al momento sono impiegate le armi convenzionali ma è acclarato che l’opzione nucleare è sul tavolo. Escalation dopo escalation la strada verso le armi nucleari si accorcia sempre di più e sappiamo bene cosa questo voglia dire. C’è solo da sperare che le trattative in corso tra russi e americani diano i frutti desiderati.
In copertina foto di Анна Иларионова da Pixabay
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