I cambiamenti: come Francia e Colombia sono diventate battistrada nel mondo. Cosa sta succedendo nel mondo dove, fortunatamente, non tutto si ferma nella martoriata Ucraina o alle porte di Mosca? Succede che alcuni equilibri sociali e, conseguentemente, quelli politici sono in fermento e mutamento. Due Paesi, che non potrebbero essere più agli antipodi per storia, cultura e tradizione si trovano oggi ad essere i veri battistrada del cambiamento nel mondo.
Julio Numhauser . Chile 1982
….Cambia lo superficial
Cambia también lo profundo
Cambia el modo de pensar
Cambia todo en este mundo…
…Lo que cambió ayer Tendrá que cambiar mañana…
Proprio come recitano questi versi della meravigliosa ballata portata al successo dalla grande cantante argentina Mercedes Sosa Tutto Cambia e quello che oggi è cambiato domani cambierà ancora.
Eppure, all’indomani dei risultati finali delle elezioni in Francia ed in Colombia sembra che quanto le urne hanno decretato sia semplicemente da assorbire nel buio del racconto della guerra che ammanta e cela qualsiasi cronaca che non sia quella dai territori di battaglia.
I cambiamenti: Francia
In Francia Emmanuel Macron ha subito una ‘disfatta’ a livello di elezioni legislative, che significa in termini numerici minoranza in Parlamento, che ha risvolti molto particolari.
Da una lato arriva la nuova sinistra di Jean-Luc Mélenchon, già definito il nuovo «Chávez di Francia». Uno uche con il suo partito La France Insoumise (“La Francia Indomita“) ha recuperato un’identità alla sinistra. Quell’identità completamente dispersa dalla morte del vecchio PCF. Mai risolta nello storico Partito Socialista in cui ha militato Mélenchon prima di allontanarsi e dar vita alla sua formazione attuale.
Di formazione Trotzkista, in gioventù. È riuscito molto pragmaticamente a catalizzare tutto il disagio e la voglia di essere rappresentati di coloro che, normalmente, oggi definiamo ‘apolidi politici‘. Orfani delle grandi ideologie di massa del passato. Mai rispecchiati nelle dualità politiche poco definite succedute alla caduta del muro di Berlino unite dal comun denominatore della povertà incipiente.
Dall’altro lato arriva Marine Le Pen leader riconosciuta della destra estrema con il suo Rassemblement National ( Fronte Nazionale ) , la destra populista e sovranista anti europea e xenofoba che coagula intorno a se tutto il malcontento di quel ceto medio risucchiato verso i gorghi della povertà
I cambiamenti: Colombia
Fino ad ieri la Colombia era quel paese sud americano, in realtà al confine con il centro america o almeno all’estremo nord del continente sudamericano, che risultava “tristemente famoso” per aver dato i natali al più grande narcotrafficante che si ricordi, al secolo Pablo Emilio Escobar Gaviria oggi per la prima volta saluta un Presidente di sinistra, economista e politico nonché ex guerrillero Gustavo Francisco Petro Urrego.
Sul programma rivoluzionario come scuole e università gratis. Giustizia sociale e lotta vera al narcotraffico. Ecologia e riassetto delle concessioni petrolifere, ci piace citare quanto ha scritto il maestro Gianni Minà. Giornalista ed esperto di questioni latinoamericane. Sempre lucido e preciso nelle sue analisi, che mette il dito nella piaga del rapporto con gli Stati Uniti dei Paesi centro e sudamericani.
Sull’Agenzia Alai, “America Latina in movimento”, pochi giorni fa ho letto un fondamentale articolo del sociologo Javier Calderon Castillo. Castillo, con la sua stimolante indagine, ha spiegato in maniera esauriente il rapporto militare tra Stati Uniti e Colombia. In più fa capire come si sono sviluppate certe inutili strategie. Tutte politiche e mediatiche contro il Venezuela che, volenti o nolenti, ha nella sua pancia il futuro energetico di quell’area almeno nei prossimi 3 decenni. La politica degli Stati Uniti deve farne i conti, soprattutto alla luce delle nuove elezioni in Colombia che produrranno interessanti e poco controllabili variabili politiche.
Cosa ci dobbiamo aspettare? Le solite trame americane? Stile cileno per intenderci, per abbattere questa ulteriore libera scelta sovrana di un Paese che si sgancia dall’influenza a stelle e strisce? Si tirerà fuori una nuova guerra esportatrice di quella democrazia di cui si fregiano essere portatori sani?
I cambiamenti: L’Europa e l’Italia?
L’Europa e l’Italia? Ad oggi sembrano talmente impantanate ed appiattite sulle posizioni atlantiste che sembrano non vedere quanto sta accadendo. Si crogiolano nei loro “governi” di larghe intese: “Draghi” in Italia e “Ursula” in Europa vengono proposti come panacee a tutti i mali ma continuamente hanno piccole ma costanti implosioni. Fino a quando la politica dello struzzo l’avrà vinta?
Il ‘Todo Cambia’ di cui abbiamo parlato è l’esatto contrario del gattopardismo tanto caro a noi e tanto apprezzato in Europa. Cosa dovrà ancora succedere per far comprendere che questo andazzo non va? Che bisognerebbe partire da un PNRR su cui accelerare, che invece resta al palo. La continua fornitura di armi all’Ucraina senza alcuno sforzo per sedersi non a Kiev ma a Mosca è un lungo cammino verso l’autodistruzione. Difficile capirlo?