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Il MACTE di Termoli riapre al pubblico

Il MACTE – Museo di Arte contemporanea di Termoli ha riaperto al pubblico con un nuovo allestimento della collezione permanente curato da Caterina Riva.

Il MACTE – Museo di Arte contemporanea di Termoli ha riaperto al pubblico con un nuovo allestimento della collezione permanente curato dalla Direttrice artistica Caterina Riva e ingresso gratuito per tutti.

Da Mirella Bentivoglio a Benni Bosetto, da Gastone Novelli a Riccardo Baruzzi, passando per Carla Accardi, Mario Schifano, Nanda Vigo, Sergio Lombardo, Dadamaino e Giuseppe Uncini: un percorso unico tra i vincitori del Premio Termoli, dal 1955 ai giorni nostri. Grazie al Premio e alla sua storia, Termoli si pone oggi nel panorama nazionale e internazionale come un attento osservatorio delle sperimentazioni artistiche dal secondo Novecento fino ai nostri giorni. Le opere entrate a far parte della collezione a seguito di questo riconoscimento e presentate nelle sale in un nuovo percorso permettono oggi di guardare alla storia dell’arte degli ultimi settant’anni con uno sguardo nuovo.

Come spiega Caterina Riva “il riallestimento del MACTE è il frutto di un mio primo avvicinamento alla Collezione del Premio Termoli e della volontà di curare un percorso che, non seguendo un ordine cronologico o tematico, presenti sia le problematiche che le potenzialità delle opere conservate presso il Museo. La giustapposizione di opere da tempi e contesti differenti vuole mostrare diverse strategie e materiali, e annunciare una dialettica di significati e significanti dei linguaggi artistici, che da storici si fanno contemporanei e viceversa.

In parallelo alla selezione e installazione di opere nelle sale, abbiamo iniziato una ricerca su opere e artisti che fanno parte della Collezione del Premio Termoli, invitando critici e curatrici, artisti e artiste a scrivere dei testi su opere selezionate, offrendo al pubblico degli approfondimenti redatti da persone che per frequentazione, esperienza o studi hanno un punto di vista privilegiato su di esse. I testi che stiamo raccogliendo saranno a disposizione sia nelle sale del Museo che sul nuovo sito del MACTE, in via di sviluppo.”

Leonardo Olcesi

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