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Il segno e il suono

Ha inaugurato questa mattina la mostra Salvatore Sciarrino – il segno e il suono, promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Archivio Storico Ricordi, in occasione della 26° edizione del Festival Milano Musica, in collaborazione con Fondazione Paul Sacher, Festival Milano Musica, Teatro alla Scala e in programma a Palazzo Reale fino al 3 dicembre 2017. 

L’esposizione presenta una selezione di documenti provenienti dall’Archivio Storico Ricordi e dalla Fondazione Paul Sacher di Basilea (Collezione Salvatore Sciarrino), insieme a contributi musicali, in un percorso visivo, parallelo all’ascolto delle partiture eseguite durante il Festival, per scoprire la figura del compositore anche attraverso la sua scrittura. La Sala delle Cariatidi ospita un’istallazione sonora che riproduce musiche dell’autore in un allestimento di particolare suggestione.

La mostra mette in luce una delle peculiarità della scrittura di Sciarrino, quella che consente alla sua musica di essere percepita non solo attraverso l’udito ma anche attraverso la vista. I segni e i suoni dell’opera Come vengono prodotti gli incantesimi? (1985) conducono alla Sala dei Ministri di Palazzo Reale, in cui i documenti esposti restituiscono le fasi attraverso cui le idee musicali prendono forma.

L’immagine del suono è testimoniata dai diagrammi di flusso tracciati per Come vengono prodotti gli incantesimi? (1985), III Sonata (1987), Morte di Borromini (1988), Trovare un equilibrio, è necessario? (2015), pagine testimoni del processo creativo che da più di cinquant’anni Sciarrino compie prima di passare alla notazione tradizionale.

Si procede con i documenti dedicati all’ultima opera composta Ti vedo, ti sento, mi perdo (2017) messa in scena in prima assoluta al Teatro alla Scala, contemporaneamente alla mostra; alla visualizzazione di un «serbatoio di segni» tratti dai materiali genetici di Sonata da camera (1971); alla scoperta delle varie fasi di definizione del testo verbale di Vanitas (1981); alle pagine di una delle prime grandi (e incompiute) prove orchestrali di Sciarrino, Da a da da (1970); fino alla scoperta di una dimensione privata dello scrivere attraverso le sue pagine di diario, riprodotte in successione anche grazie all’approntamento di un blocknotes di appunti non solo musicali.

In mostra anche il documento Addio di Sciarrino alla Tavola, supporto che fino al 2010 ha permesso a Sciarrino di creare la sua musica ovunque si trovasse e su cui lui ha scritto una poesia di addio. Per tutta la mostra i visitatori sono guidati dalla voce dello stesso compositore che, in un video appositamente registrato per l’occasione, si sofferma su alcuni degli aspetti più importanti del suo orizzonte creativo.

Redazione CinqueColonne

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