Quanti italiani hanno premuto il tasto download per le app Immuni e Io per l'operazione cashback? Davvero i soldi sono ritenuti più importanti della salute?
Le App Immuni e Io per le operazioni di cashback, con l’analisi dei relativi download da parte degli italiani, sono al centro del dibattito e, immancabilmente, delle polemiche degli ultimi giorni. Le remore dettate dalla tutela della propria privacy sembrano venire meno di fronte alla convenienza. E proprio così? Analizziamo insieme le situazioni.
L’App Immuni, progettata per conto del ministero della Salute, era nata come strumento di supporto alle iniziative, già messe in campo, per contribuire al contact tracing. Gli utenti che avevano scaricato l’App sul proprio cellulare, avrebbero ricevuto una notifica in caso di contatto con soggetto positivo. La semplice notizia senza far riferimento né al nome del soggetto né al luogo del contatto. In seguito a tale notifica, il soggetto interessato avrebbe poi contattato il medico di famiglia per iniziare le procedure di rito. Perché ne parliamo al passato? Perché nell’immaginario collettivo sembra, ormai, superata. Dopo un primo successo di download riscontrato agli inizi, Immuni ha rivelato ben presto i suoi limiti. Un nuovo impulso si è avuto con l’arrivo della seconda ondata ma anche stavolta è stato breve. Il caos nel quale siamo piombati nei mesi di ottobre e novembre ha fatto il resto. La consapevolezza che ogni sistema di tracciamento fosse saltato ha messo Immuni definitivamente in cantina.
Un discorso diverso va fatto per Io, l’App della pubblica amministrazione. Il suo utilizzo è legato al pagamento di certificati e di tasse come il bollo auto e i tributi locali. Disponibile dallo scorso 18 aprile, è stata indispensabile per richiedere il bonus vacanze e, in questi giorni, per aderire al Piano Italia Cashless. L’obiettivo era quello di incentivare i pagamenti elettronici per contrastare l’evasione fiscale, il risultato è stato il blocco della piattaforma per giorni: troppe richieste contemporaneamente. E dire che Io, al di là di come funziona il cashback, è destinata a diventare il mezzo di comunicazione ordinaria tra cittadino e pubblica amministrazione.
Mettere sullo stesso piano IO e Immuni è davvero pretestuoso. Attribuire agli italiani maggior interesse per dei rimborsi spese piuttosto che per la loro salute significa volersi imbattersi in polemiche inutili. Oltre che eludere quello che è il reale problema, cioè che questi strumenti non funzionano. Non ha senso dire che l’App Immuni doveva essere scaricata da molte più persone quando la verità è che non riesce ad assolvere alla funzione per la quale è stata creata. Non si può ammettere che una piattaforma come Io, che si propone di essere il futuro del Paese, si blocchi per l’elevato numero di accessi. Se la pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione del nostro Paese quanta strada c’è ancora da fare?
In copertina foto di Gerd Altmann da Pixabay
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