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In viaggio tra le cadenze del tango

Si conclude con Ute Lemper, straordinaria interprete di “Last Tango in Berlin”, la prima stagione di teatro contemporaneo e musica d’autore programmata da “Sipari Aperti – Festival degli Altri Mondi”. L’intenso recital dell’artista tedesca, già presentato con grandissimo successo al pubblico di tutt’Europa, chiude al Teatro Gesualdo di Avellino, la selezione ufficiale del festival promosso dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Avellino e realizzato grazie al sostegno economico della Regione Campania attraverso la produzione esecutiva della Fondazione Campania dei Festival

Il Teatro Gesualdo sarà poi ancora impegnato per “Sipari Aperti”, accogliendo gli ultimi titoli della sezione speciale intitolata “Laboratori Aperti”. Nello specifico saranno in scena “Esci allo scoperto” di Vernicefresca, “Dimmi che ti ascolto” di Arteteca (il 30, ore 20) per concludersi il 31 ottobre con “L’uomo disabitato e i deserti interiori” del Teatro 99 Posti e “Limen” diLimina Teatro (ore 21).

Sabato sera, con l’omaggio al tango ed ai suoi racconti d’amore, di vita, di morte, di fatalità e passione, il Teatro Gesualdo accoglie, con l’ennesimo sold out annunciato, il magnifico viaggio di Ute Lemper. Da Berlino a Berlino, con incursioni a Parigi e a Buenos Aires: dalla Berlino di oggi, quella della difficile ricostruzione seguita agli entusiasmi della caduta del Muro, alla Berlino degli anni ’20 (quella della Repubblica di Weimar, dei fumosi cabaret espressionisti, di Brecht e Weill, quella dell’angelo azzurro Marlene Dietrich).

Sono nata nella Germania del dopoguerra  – sottolinea Ute Lemper – e la Repubblica di Weimar fa parte della mia storia. Ho sempre cercato un ponte verso un passato terribilmente tormentoso, segnato dall’Olocausto ma anche dal capitolo di Weimar. Tra gli anni Venti e Trenta, la Repubblica di Weimar ha aperto la strada alle più rivoluzionarie creazioni nell’arte, nella musica, nella poesia, oltre che dare un contributo importante all’emancipazione dei costumi e alla libertà di espressione. Un periodo carico di eccitazioni, di fermento, di musica nuova, che i nazisti bollarono come degenerazioni. Ma la questione vitale è: cosa sarebbe potuto accadere ancora se tutto questo non fosse stato brutalmente interrotto”.

Tra “Berlino e Berlino”, tra Brecht e Weill, che Ute lemper definisce  “protagonisti del mondo teatrale e rappresentanti eccellenti di quello che i tedeschi chiamano Zeitgeist, lo spirito del tempo”, in mezzo a tutto questo, le periferie di Buenos Aires e le sue balere, la magia di Parigi e dei suoi inarrivabili poeti chansonniers. Un percorso che l’affascinante ed elegantissima artista propone con stile personalissimo sotto il segno del tango nelle sue declinazioni sudamericane ed europee, da Astor Piazzolla, a Nino Rota e Jacques Brel. Il tutto con forti contaminazioni jazzistiche, sia vocali che strumentali, per un mix di suoni e atmosfere contagiose e accattivanti. Accompagnata al pianoforte da Vana Gierig, al bandoneon da Victor Villena ed al basso da Romain LecuyerUte Lemper presenta ad Avellino una straordinaria serata nella quale rivivono, con tutta l’urgenza e la sensibilità musicale dell’oggi, tanti capolavori del passato.

Poesia e musica, vita e storia, si sovrappongono nei tanti brani, scelti dall’artista, opere che hanno segnato in profondità l’immaginario del secolo appena trascorso. Immancabili le canzoni di Marlene Dietrich, da “Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt” a “Lola” e a “Lili Marlen”, fino a brani come il celeberrimo “Die Moritat von Mackie Messer” dalla commedia satirica  “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht e Kurt Weill , ma anche  “Yo soy Maria” e “Balada para un loco” (di Astor Piazzolla) o  “Ne me quitte pas” e “Amsterdam” (di Jacques Brel).

Gianfilippo Neri

Non è il caso di spendere tante parole per descrivermi, un solo aggettivo: passione. Per quello che faccio, per come lo faccio. La scrittura giornalistica è su tutto quello che più mi appassiona, appunto. Per il resto: Napoli, il Napoli un po' di buona cucina e ... non mettiamo limiti, ci conosceremo un po' per volta.

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