La prima guerra mondiale fu un conflitto globale che vide contrapposti le potenze centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano e Bulgaria) alle potenze dell’Intesa (Francia, Regno Unito, Russia, Italia e altri). Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria-Este e terminò il 11 novembre 1918 con la resa della Germania. In Italia, l’entrata in guerra fu un evento molto controverso. Il paese era diviso tra due fazioni: gli interventisti, che sostenevano la necessità di entrare in guerra a fianco delle potenze dell’Intesa, e i neutralisti, che invece erano favorevoli a mantenere la neutralità.
Le ragioni degli interventisti
Gli interventisti sostenevano che l’Italia aveva interesse a entrare in guerra per diversi motivi. Innanzitutto, ritenevano che la Germania fosse una minaccia per l’Italia, in quanto aveva già occupato la Libia e aveva mire espansionistiche sul Mediterraneo. In secondo luogo, credevano che l’Italia dovesse sostenere la Francia, con cui era alleata da un trattato difensivo firmato nel 1896. In terzo luogo, sostenevano che l’Italia avrebbe potuto ottenere importanti vantaggi territoriali dall’entrata in guerra, come il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia e la Dalmazia.
Le ragioni dei neutralisti
I neutralisti, invece, sostenevano che l’Italia non aveva interesse a entrare in guerra. Innanzitutto, ritenevano che la guerra fosse un evento disastroso che avrebbe portato solo morte e distruzione. In secondo luogo, credevano che l’Italia non fosse pronta per la guerra, in quanto non aveva un esercito sufficientemente forte. In terzo luogo, sostenevano che l’Italia avrebbe dovuto concentrarsi sul suo sviluppo economico e sociale, piuttosto che impegnarsi in un conflitto bellico.
La propaganda
Entrambi i fronti si impegnarono in una intensa campagna propagandistica per convincere l’opinione pubblica a sostenere la propria posizione. Gli interventisti utilizzarono i giornali, la radio e le manifestazioni pubbliche per diffondere il loro messaggio. I neutralisti, invece, si concentrarono sulla pubblicazione di articoli e libri che mettevano in guardia dai pericoli della guerra.
L’entrata in guerra
Dopo mesi di dibattito, il governo italiano decise di entrare in guerra a fianco delle potenze dell’Intesa. La decisione fu presa il 23 maggio 1915 e fu annunciata dal presidente del Consiglio, Antonio Salandra, in un discorso alla Camera dei deputati.
L’entrata in guerra dell’Italia fu un evento di grande importanza per il conflitto. Il paese si aggiunse alle potenze dell’Intesa, dando loro un vantaggio decisivo. La guerra terminò con la vittoria dell’Intesa, ma l’Italia pagò un prezzo molto alto per la sua partecipazione al conflitto: oltre 600.000 morti e 1 milione di feriti.
La prima guerra mondiale per l’Italia
La questione dell’intervento italiano nella prima guerra mondiale fu un evento molto importante per la storia del paese. Il dibattito tra interventisti e neutralisti divise l’opinione pubblica e il governo, e la decisione di entrare in guerra fu presa dopo mesi di incertezze. L’entrata in guerra dell’Italia ebbe un impatto decisivo sul conflitto, contribuendo alla vittoria dell’Intesa.
In copertina foto di Eveline de Bruin da Pixabay