Invalsi e Dad, ma davvero vogliamo misurare che studenti sforna il nostro sistema scolastico mettendo in relazione due entità che mai potranno relazionarsi semplicemente perché viaggiano su due mondi paralleli che non s’incontreranno mai?
Sia chiaro e sgombriamo il campo da possibili equivoci: i test invalsi sono pedagogicamente quanto di più assurdo possa esistere per essere usati come metro di giudizio su scuola e studenti. E’ come voler misurare il perimetro di una stanza non in metri ma in chili o in litri. Stiamo semplicemente sbagliando punto di partenza.
Vogliamo veramente far passare la Dad come il male assoluto della scuola?
Quindi: edilizia scolastica a livelli postbellici, classi pollaio, progetti intra ed extra curriculari, aggiustamenti spinti nei Consigli con cui si porta un 4 a 6, le preoccupazioni del Dirigente che preme in quanto poi la scuola/azienda che dirige viene giudicata in base ai numeri che produce e guai a far crescere la percentuale dei respinti.
Una classe di insegnanti che è sempre più nell’occhio del ciclone, compresi quelli impreparati ed inadatti a svolgere una professione che è anche una missione e non solo un modo per portare uno stipendio (anche molto basso) a casa perché poi comunque si deve mangiare.
Tutti i mali atavici, e sicuramente nell’elenco sommario riportato ne mancheranno tanti altri, e ora ci vogliamo raccontare che i ragazzi sono impreparati per colpa della Dad? Davvero ci credete o è uno scherzo? Il caldo forse? Siamo seri !
Invalsi e Dad: la scuola italiana
La scuola italiana oggi è il prodotto di decenni di riforme e controriforme seguite da contro-controriforme che non solo sono tutte accomunate dall’inconcludenza ma soprattutto hanno creato caos normativo, disastri organizzativi, programmi fatti a pezzi, studenti allo sbando e insegnanti sempre più demotivati distanziati dalla passione che dovrebbe essere scintilla dello svolgimento del loro ruolo.
Chi ne ha guadagnato? La burocrazia di Stato che si è sempre più ingrossata, ha fagocitato processi e prospettive ed ha sancito di fatto il non accesso all’istruzione di larghe fasce di popolazione oltre alla spoliazione dei mezzi in dotazione alle singole istituzione scolastiche che inevitabilmente hanno creato e approfondito il solco del gap nella cura dell’istruzione e della cultura in Italia.
Invalsi e Dad: il complotto
I complottisti dalle facili teorie direbbero che questo è stato un disegno per porre il popolo in una condizione di ignoranza.
Non avalliamo certo questa visione un po’ caricaturale della realtà ma il dato di fatto oggettivo è che la scuola è il luogo dove oggi è stato bloccato il meccanismo di partenza di quell’ascensore sociale che è stata una grande conquista italiana a cavallo fra il boom economico e l’ultimo ventennio del secolo scorso.
La scuola è così diventata in presenza e ben prima della Dad un luogo in cui la discriminazione, si pensi solo a tutta la questione annosa del trattamento dei disabili o diversamente abili o semplicemente diversi, giace e prolifera. Vogliamo parlare della piaga del bullismo o lo abbiamo bellamente rimosso perché ora il mostro è la Dad?
Invalsi e Dad: buoni o cattivi?
La Dad è stato uno strumento, come tale né buono né cattivo, che ha giovato a chi lo ha saputo utilizzare. Il problema è il digital divide che ancora impera in questo Paese in maniera verticale, orizzontale e diffuso. Digital divide territoriale laddove ci sono servizi di una disparità assurda fra nord, sud, isole ma non solo territoriale bensì anche culturale.
Lo vogliamo dire che ci sono insegnanti che faticano anche solo a pensare di accendere un pc figuriamoci a farci lezione? Lo vogliamo dire che ci sono studenti di seria A e serie B solo perchè non hanno le stesse possibilità di partenza?
Non avevamo in Costituzione (art.3 comma 2) un principio fondamentale che è ricordato ancora oggi come quello della “Eguaglianza dei punti di partenza”?
Cosa fa lo Stato? I test Invalsi?
Qui stendiamo un velo pietoso sulla valenza statistica dei test stessi che rimandiamo a chi più esperto di noi ma ricordiamo le parole dell’ ex Ministro dell’Istruzione Azzolina che sottolineava come le prove Invalsi servono per valutare lo stato di salute della scuola italiana, e non il livello degli studenti
A chi ora sbandiera Invalsi e Dad per sparare giudizi sui ragazzi rispondiamo come avrebbe fatto il mai abbastanza compianto principe:
“ma mi faccia il piacere“!
Totò
foto da: blitzquotidiano