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Israele, un piano per Gaza nel dopoguerra: il ruolo degli Usa nella ricostruzione

Presentato dal ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, nel corso di una conferenza stampa, il suo piano per la Gaza del dopoguerra

(Adnkronos) – Saranno i palestinesi, e non gli israeliani, a ”gestire gli affari civili a Gaza nel dopoguerra”. Così il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, che nel corso di una conferenza stampa ha presentato il suo piano per la Gaza del dopoguerra. Israele manterrà il controllo della sicurezza, ha aggiunto, spiegando che non sarà permesso a Hamas di controllare Gaza o di rappresentare una minaccia. ”Non ci sarà più presenza civile israeliana nella Striscia di Gaza una volta che gli obiettivi della guerra saranno stati raggiunti”, ha assicurato Gallant ai giornalisti. “I residenti di Gaza sono palestinesi, quindi gli organismi palestinesi saranno responsabili a condizione che non ci sia ostilità verso Israele“, ha affermato. 

Piano per Gaza: ricostruzione affidata a USA, Europa e arabi d’Israele

Sarà quindi una forza multinazionale guidata dagli Stati Uniti, in collaborazione con gli alleati europei e arabi di Israele, che si assumerà la responsabilità della ricostruzione di Gaza nel dopoguerra, ha quindi annunciato il ministro della Difesa israeliano. Presentando il piano, Gallant ha delineato una ”piazza civile a quattro angoli” che comprende Israele, i palestinesi, una task force multinazionale e l’Egitto. Gli alleati di Israele hanno però più volte detto che il loro sostegno alla ricostruzione di Gaza è condizionato al fatto che l’Autorità nazionale palestinese sia l’organo di governo che riunifica la Striscia con la Cisgiordania. Ma intanto, “a tutti quelli che pensano che ci fermeremo dico che invece andremo ad intensificare l’azione“, ha spiegato Gallant che ieri ha visitato il confine con la Striscia e ha osservato i combattimenti ad al-Burj.

Nel Nord della Striscia di Gaza – ha sottolineato Gallant secondo quanto riferisce la tv israeliana ‘Channel 13’ – le forze armate stanno completando la loro attuale missione e si stanno rischierando con l’intenzione di effettuare raid e attacchi aerei presto. Nel centro della Striscia l’operazione è intensa e le forze armate stanno operando in superficie e sottoterra distruggendo le infrastrutture chiave di Hamas, compresi i luoghi in cui Hamas ha fabbricato tutti i suoi missili“. “Nel sud della Striscia di Gaza, l’operazione è enorme e si sta intensificando in superficie e sottoterra“, ha aggiunto il ministro della Difesa. “Quei terroristi che hanno iniziato il conto alla rovescia per il ritiro delle forze dell’Idf devono cambiare il conteggio e iniziare a contare fino alla fine della loro vita sulla terra, arriverà presto“. 

Indagine interna sul massacro del 7 ottobre

Il capo di stato maggiore dell’Idf, Herzi Halevi, ha intanto avviato un’indagine interna sugli eventi che hanno portato al massacro del 7 ottobre da parte di Hamas e alla successiva guerra nella Striscia di Gaza. Lo scrive il Jerusalem Post spiegando che la squadra investigativa sarà guidata dall’ex capo di stato maggiore delle Idf Shaul Mofaz. Le Idf ritengono che 136 ostaggi israeliani siano ancora nelle mani dei miliziani palestinesi nella Striscia di Gaza dopo essere stati rapiti. Non è però chiaro, secondo i militari israeliani, quanti di loro siano vivi e quanti no. Il portavoce delle Idf Daniel Hagari ha precisato che tre civili che risultavano in precedenza dispersi, ora sono stati classificati come rapiti. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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