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Italia Africa: il piano Mattei è una nuova visione per l’Italia in Africa?

Il piano Mattei è stato accolto con favore da molti Paesi africani. Tuttavia, il piano è stato anche criticato da alcuni osservatori, che hanno ritenuto che i finanziamenti previsti siano insufficienti per realizzare gli obiettivi prefissati

Italia Africa: il piano Mattei è una nuova visione per l’Italia in Africa? Come sappiamo a Roma, si è tenuto il vertice Italia-Africa, un evento che ha visto la partecipazione dei capi di Stato e di governo africani. Il vertice ha rappresentato un’importante occasione per l’Italia per riaffermare il suo ruolo di partner strategico dell’Africa e per presentare un nuovo piano di cooperazione, il cosiddetto “piano Mattei”.

Il piano Mattei prende il nome da Enrico Mattei, il fondatore dell’Eni, che negli anni Cinquanta aveva cercato di costruire un rapporto di cooperazione con i Paesi africani, basato sul rispetto della sovranità e dello sviluppo sostenibile. Il piano si propone di proseguire in questa direzione, puntando a promuovere un partenariato più equo e solidale tra l’Italia e l’Africa.

Come si articola il piano Mattei

  • Istruzione e formazione: il piano prevede investimenti nell’istruzione e nella formazione professionale per migliorare le competenze dei giovani africani e per favorire la loro occupazione.
  • Salute e agricoltura: il piano prevede investimenti nella salute e nell’agricoltura per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni africane.
  • Acqua ed energia: il piano prevede investimenti nell’accesso all’acqua e all’energia per ridurre la povertà e la vulnerabilità delle popolazioni africane.
  • Economia e infrastrutture: il piano prevede investimenti nell’economia e nelle infrastrutture per favorire la crescita e lo sviluppo dei Paesi africani.
  • Cultura e migrazioni: il piano prevede investimenti nella cultura e nelle migrazioni per promuovere la comprensione reciproca e la cooperazione tra l’Italia e l’Africa.

Il piano Mattei è stato accolto con favore da molti Paesi africani. Tuttavia, il piano è stato anche criticato da alcuni osservatori, che hanno ritenuto che i finanziamenti previsti siano insufficienti per realizzare gli obiettivi prefissati.

Stanziamenti

Il piano prevede investimenti per un totale di 5,5 miliardi di euro, di cui circa 3 miliardi dal fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi e mezzo dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo. Si tratta di una cifra significativa, ma che appare comunque insufficiente per affrontare le sfide che l’Africa deve affrontare.

Inoltre, il piano è stato criticato per la sua mancanza di chiarezza e di dettagli. Il documento non fornisce indicazioni precise su come verranno utilizzati i finanziamenti e su quali saranno le modalità di attuazione dei progetti.

Per realizzare gli obiettivi del piano Mattei, è necessario che l’Italia sia in grado di mobilitare risorse aggiuntive, sia a livello pubblico che privato. Inoltre, è necessario che il piano sia attuato in modo efficace e trasparente, in collaborazione con i Paesi africani.

Alcuni possibili sviluppi futuri del piano Mattei

  • Un aumento dei finanziamenti: come già detto, i finanziamenti previsti dal piano sono insufficienti per affrontare le sfide che l’Africa deve affrontare. Per questo motivo, è necessario che l’Italia sia in grado di mobilitare risorse aggiuntive, sia a livello pubblico che privato.
  • Una maggiore attenzione alla cooperazione con i Paesi africani: il piano Mattei è stato accolto con favore da molti Paesi africani, che lo hanno visto come un segno dell’impegno dell’Italia per lo sviluppo sostenibile del continente. Tuttavia, è necessario che l’Italia rafforzi la sua cooperazione con i Paesi africani, coinvolgendoli in modo attivo nella definizione e nell’attuazione dei progetti.
  • Una maggiore attenzione alla sostenibilità: il piano Mattei pone al centro lo sviluppo sostenibile del continente. Per questo motivo, è necessario che l’Italia sia in grado di garantire che i progetti finanziati siano sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Foto da Depositphotos

Gianni Tortoriello

Quattro decenni e più di vita dedicati al giornalismo, ma anche alla comunicazione tout-court, passando dalla carta stampata, alla televisione, al web. Una Laurea in Scienze Politiche alla Federico II, qualche anno d'insegnamento e qualche altro da formatore. Unica fede, il Napoli. Poche certezze, tanta passione e una consapevolezza: ciò che paga è solo l'impegno costante nel realizzare i propri progetti e, perché no, i sogni. Il villaggio globale di cristallo dell'informazione e della comunicazione è, purtroppo, divenuto il luogo dove conta solo 'spararla quanto più grossa possibile!' Il sensazionalismo e l'opinionismo hanno soppiantato la notizia. Io vorrei solo continuare a fare quello che mi hanno insegnato: raccontare i fatti.

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