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Juno, occhi puntati su una tempesta ovale

Una nuova immagine, scattata da JunoCam – la camera ad alta risoluzione posizionata a bordo della sonda Juno della Nasa, ritrae una grande tempesta ovale, conosciuta con il nome di brown barge nella banda equatoriale meridionale di Giove. Le brown barge sono regioni cicloniche solitamente situate nella banda equatoriale settentrionale scura. Spesso sono difficili da rilevare visivamente perché il loro colore si confonde con quello delle tempeste adiacenti. Altre volte, come in questa immagine, il si è creato un contrasto con lo sfondo più chiaro, ed è stato possibile quindi osservare, per la prima volta, la tempesta nel dettaglio. Il nuovo scatto d’autore, è stato acquisito dalla sonda il 6 settembre 2018 alle 21:26 ora italiana, durante il quindicesimo sorvolo ravvicinato intorno al pianeta. In quel momento Juno si trovava a circa 11.950 chilometri di distanza dalle nubi del ‘gigante gassoso’.

La tempesta ovale ritratta dai volontari
Come previsto dal team Juno, e dal suo proficuo progetto di citizen science le immagini grezze del flyby sono state rielaborate dai cittadini-scienziati – appassionati volontari sparsi su tutto il globo. La partecipazione del pubblico nella ricerca scientifica ha già permesso di realizzare spettacolari ritratti ad alta definizione del gigante gassoso.  Il nuovo scatto d’autore è stato rielaborato dallo scienziato-cittadino Kevin M. Gill. L’immagine è stata ruotata di 90 gradi a destra rispetto allo scatto originale.

A bordo della sonda otto strumenti, tra cui i due esperimenti italiani realizzati con il supporto e il coordinamento dell’Asi. Si tratta della camera a infrarossi con lo spettrometro Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper), uno strumento chiave di Juno, realizzata da Leonardo-Finmeccanica sotto la guida scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), e dell’esperimento di radioscienza KaT (Ka-band Translator/Transponder), realizzato da Thales Alenia Space, sotto la responsabilità scientifica della Sapienza Università di Roma.

La tempesta ovale e Giove
Il primo studierà la dinamica e la chimica delle aurore gioviane nel vicino infrarosso, il secondo invece analizzerà la struttura interna del pianeta, con l’obiettivo di mappare il campo di gravità di Giove. Lanciata il 5 agosto 2011 da Cape Canaveral e giunta nell’orbita di Giove il 4 luglio dello scorso anno (in Italia era il 5) – Juno ha il compito di studiare l’origine, l’evoluzione e la struttura interna del pianeta, la magnetosfera polare, l’origine del campo magnetico, l’abbondanza di acqua, la caratterizzazione dei venti nella bassa atmosfera e le quantità di ossigeno e azoto.

Paolo Rogno

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