Categorie: Fatti

LA LINGUA DEL TEATRO

Georg Buchner, Woyzeck vs Annibale Ruccello, Ferdinando Con Aldo Masullo e Roberto De Simone Conduce Antonella Cilento Letture di Antonella Romano e.

Georg Buchner, Woyzeck vs Annibale Ruccello, Ferdinando
Con Aldo Masullo e Roberto De Simone
Conduce Antonella Cilento
Letture di Antonella Romano e Giancarlo Cosentino

Il teatro e i suoi linguaggi, analizzati da due personalità scoppiettanti come il professor Aldo Masullo e il Maestro Roberto De Simone sono al centro del quarto appuntamento di Strane Coppie 2013, la rassegna culturale ideata dalla scrittrice Antonella Cilento nell’ambito del laboratorio di scrittura “La linea scritta”(venerdì 12 aprile ore 18,00 – Goethe Institut presso i locali dell’Institut Français di Napoli, via Crispi 86).

A confronto Georg Büchner, di cui quest’anno ricorre il bicentenario, un genio del teatro che con “Woyzeck” ha dato il via alla riflessione di tutta la scena del Novecento, e Annibale Ruccello drammaturgo napoletano molto amato e molto rappresentato di “Ferdinando uomo d’amore” di cui il Maestro De Simone darà un’inedita lettura. Un piccolo teatro filosofico, come s’intitola anche l’ultimo libro del professor Masullo, da punti di vista e epoche distanti per narrare di due autori che, tanto per cominciare, hanno in comune, purtroppo, un’assai precoce scomparsa. Letture di Antonella Romano e Giancarlo Cosentino. “Siamo molto lieti in quest’occasione di ospitare le due più grandi personalità che oggi Napoli ospita e di cui dovrebbe essere orgogliosa” commenta Antonella Cilento

“Woyzeck” (1837) di Georg Büchner narrato da Aldo Masullo

Morto giovanissimo, nel 1837 ad appena 24 anni, Buchner di cui quest’anno ricorre il bicentenario della nascita (17 ottobre 1813), ignora scrivendo i suoi tre drammi di cui Woyzeck resta anche incompiuto, che a distanza di un secolo diventerà il modello del teatro novecentesco. I suoi fratelli si occupano di filosofia e del nascente movimento femminista, egli stesso insegnerà, per brevissimo tempo, anatomia e storia naturale. La drammaturgia è per lui quasi un’attività secondaria, se si considera anche il suo impegno politico poiché egli visse in un piccolo stato della nascente Germania a cavallo fra le vicende napoleoniche e la Restaurazione, dunque dietro le sue opere c’è un’azione reale, una riflessione nata da una vera partecipazione rivoluzionaria. Ne “la morte di Danton” infatti si confrontano i temi della virtù e della natura, della purezza che scatena l’orrore e così in “Woyzeck” è un fatto di cronaca a far nascere l’idea, l’omicidio di un barbiere ai danni della moglie. Il dramma presenta scene tratte dalla vita del soldato Franz Woyzeck, che cerca in tutti i modi di sostenere la sua compagna Marie (non sono sposati) ed il loro figlio. Per guadagnare qualche soldo in più diventa cavia di un dottore per alcuni esperimenti. Marie però lo tradisce con un ufficiale. Il crescente sospetto di Woyzeck viene attizzato da un suo nemico, finché non sorprende Marie ed il rivale ad un ballo presso una taverna. La sua follia lo porta ad attaccare l’ufficiale, ma infine una voce nelle sue allucinazioni gli dice di uccidere la donna. Molti autori nel corso del tempo sono intervenuti sulla parzialità dei manoscritti buchneriani dando forma ogni volta diversa all’opera. Fra le versioni non teatrali si ricorda il film omonimo di Werner Herzog (1979).

“Ferdinando” di Annibale Ruccello narrato da Roberto De Simone

1870: nove anni dalla caduta del regno delle Due Sicilie, in una villa borbonica una nobildonna, Donna Clotilde, e la sua dama di compagnia, Gesualda, la cui vita è ristretta a loro stesse e alle visite del prete, Don Catellino, ricevono il dono inatteso di un parente giovanissimo, Ferdinando. Come in Teorema di Pasolini quest’arrivo sconvolgerà i sensi e le menti di tutti i protagonisti rivelandone la natura più profonda. Dramma di relazioni prima che ricostruzione storica di un punto di vista poco narrato, i borbonici perdenti, e costruzione di una lingua teatrale tutta nuova, Ferdinando è l’opera più importante di Annibale Ruccello che, come Buchner, muore giovanissimo, ad appena 30 anni. Il tema dell’identità di genere, la rinascita di un dialetto teatrale, vera e propria lingua, sulla scia del suo maestro, Roberto De Simone, ne fanno con Enzo Moscato uno degli autori di punta della nuova drammaturgia napoletana, eredi problematici e critici della grande tradizione eduardiana. L’inganno dell’identità, la natura dei personaggi e delle loro relazioni attraversa tutto il suo teatro. Ferdinando fu portato al successo, con innumerevoli premi vinti, da Isa Danieli, che ne resta a tutt’oggi la più grande interprete.

Roberto De Simone Nato a Napoli il 25 agosto 1933, ha studiato pianoforte e composizione con Tita Parisi e Renato Parodi, iniziando una brillante carriera pianistica,ma dedicandosi, successivamente, maggiormente all’attività di compositore, musicologo, drammaturgo, regista ed etnomusicologo. È stato Direttore Artistico del Teatro di S. Carlo di Napoli, nonché Direttore, per Chiara Fama, del Conservatorio Statale di Musica “S. Pietro a Maiella” di Napoli. Nel 1998 è stato nominato Accademico di Santa Cecilia. Precedentemente ha ricevuto l’onore di Cavaliere delle Arti e delle Scienze dalla Repubblica Frances

Aldo Masullo è uno tra i più importanti filosofi italiani contemporanei. Nato ad Avellino il 12 aprile del 1923. Laureatosi in filosofia e in giurisprudenza, discepolo di Antonio Aliotta e Cleto Carbonara, libero docente di Filosofia teoretica dal 1955, professore ordinario dal 1967, attualmente insegna Filosofia morale nell’Università degli Studi di Napoli. Ha trascorso vari periodi di ricerca e di insegnamento in Germania. Dal 1984 al 1990 è stato Direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Napoli. E’ socio dell’Accademia Pontaniana, della Società Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Napoli e dell’ Accademia Pugliese delle Scienze. E’ insignito della medaglia d’oro del Ministero per la pubblica istruzione. Candidato indipendente nelle liste del PCI, dal 1972 al 1976 è stato Deputato al Parlamento e dal 1976 al 1979 Senatore della Repubblica e Parlamentare europeo.

L’ingresso è gratuito per tutti gli incontri di “Strane coppie”. L’elenco completo su www.lalinescritta.it.

Gianni Tortoriello

Quattro decenni e più di vita dedicati al giornalismo, ma anche alla comunicazione tout-court, passando dalla carta stampata, alla televisione, al web. Una Laurea in Scienze Politiche alla Federico II, qualche anno d'insegnamento e qualche altro da formatore. Unica fede, il Napoli. Poche certezze, tanta passione e una consapevolezza: ciò che paga è solo l'impegno costante nel realizzare i propri progetti e, perché no, i sogni. Il villaggio globale di cristallo dell'informazione e della comunicazione è, purtroppo, divenuto il luogo dove conta solo 'spararla quanto più grossa possibile!' Il sensazionalismo e l'opinionismo hanno soppiantato la notizia. Io vorrei solo continuare a fare quello che mi hanno insegnato: raccontare i fatti.

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