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La planetologia europea

Inizia lunedi l’EPSC, il Congresso europeo di scienze planetarie e per l’occasione, viene lanciato il progetto Europlanet 2020 RI finanziato da Horizon 2020. Il commento sul contributo italiano di Maria Teresa Capria, INAF-IAPS.

Inizia oggi, a Nantes, Francia, l’EPSC 2015, l’European Planetary Science Congress, il più grande congresso europeo dedicato ogni anno alla planetologia e alle scienze correlate. Per tutta la settimana, oltre 600 ricercatori e scienziati si riuniscono per discutere gli ultimi risultati del settore, in oltre 900 interventi, tra orali e scritti, spaziando dagli ultimi dati delle missioni Rosetta e Dawn fino al lancio di idee per missioni future.

Il congresso è organizzato dal consorzio europeo Europlanet che proprio quest’anno festeggia il finanziamento da parte della comunità europea per la realizzazione di una infrastruttura dedicata allo sviluppo delle scienze planetarie in Europa, denominata Europlanet 2020 RI. Racconta Nigel Mason, Coordinatore del progetto: ‘dalla sua fondazione nel 2005, Europlanet ha giocato un ruolo molto efficace nella costituzione e collaborazione di una comunità scientifica europea delle scienze planetarie. Ora con Europlanet 2020 RI abbiamo un programma ambizioso di attività future di ricerca e di networking. In particolare uno dei nostri obiettivi principali sarà favorire una maggiore integrazione tra il mondo dell’industria e quello accademico in questo settore, supportando istituzioni e partner che intendano sviluppare nuovi progetti di ricerca in campo planetario.’

Europlanet 2020 RI è stato finanziato in Horizon2020 con 9,95 milioni di euro e lanciato a inizio Settembre 2015 per durare fino ad agosto 2019, sotto la guida della britannica Open University, e con la partecipazione di 34 istituti sparsi in 19 paesi europei, tra cui l’Italia che collabora attivamente con INAF e l’ International Research School of Planetary Sciences (IRSPS) di Pescara. Il progetto permetterà a scienziati e ricercatori di affrontare nei prossimi anni importanti scommesse scientifiche e tecnologiche legate alle più moderne scienze planetarie, fornendo accesso ai dati scientifici e favorendo la collaborazione tra strutture di ricerca.

Maria Teresa Capria, Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali, rappresentante INAF in Europlanet, sottolinea: ‘l’INAF partecipa attivamente allo sviluppo di VESPA (Virtual European Solar and Planetary Access), un servizio software che offrirà alla comunità scientifica dati da missioni spaziali, esperimenti di laboratorio e modelli teorici insieme agli strumenti necessari per visualizzarli e analizzarli. Tutto questo nell’ottica di potenziare un osservatorio virtuale, un sistema cioè per cui l’utente non debba conoscere il formato dei dati né dove essi si trovino fisicamente per poterli usare. Da diversi anni, l’IAPS é leader in questo settore, essendo sede del nodo tematico dedicato ai piccoli corpi del Sistema Solare (asteroidi e comete), parte dell’Osservatorio Virtuale Planetologico Europeo.

Tra gli obiettivi più avventurosi e già in parte realizzati nelle precedenti attività Europlanet, quello di identificare e rendere accessibili luoghi sulla Terra le cui condizioni possano essere confrontate a quelle di altri pianeti, anche chiamati analoghi terrestri. ‘Questa ricerca offre alla comunità scientifica la possibilità di un preziosissimo studio sul campo a basso costo, ed ha già reso fruibili negli anni passati, luoghi come Rio Tinto, un fiume acido nel sud-ovest della Spagna, analogo terrestre di Marte. Ma anche l’Ibn Battuta Centre, una zona in pieno Marocco che ricorda un deserto marziano e i vulcani ghiacciati dell’Islanda, per alcuni versi simili ai satelliti ghiacciati.’, dice Gian Gabriele Ori, Direttore dell’IRSPS.

Per quegli scorci di sistema solare ancora più remoti e misteriosi, per cui non esistono analoghi terrestri, Europlanet 2020 RI realizzerà un network denominato DPSF (Distributed Planetary Simulation Facility) che permetterà di ricreare in diversi laboratori sparsi in tutta Europa una vasta gamma di condizioni che si verificano su altri corpi planetari. Questa struttura sarà fondamentale nei prossimi anni per assistere all’analisi dati di Rosetta e per preparare missioni future come BepiColombo, JUICE ed ExoMars.

Fonte: Media INAF 

Redazione CinqueColonne

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