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La programmazione estiva della GAMeC

E’ stata presentata la programmazione estiva della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo: a partire da venerdì 8 giugno, quattro nuove mostre saranno visitabili negli spazi della Galleria, primo capitolo del programma delineato dal neo Direttore Lorenzo Giusti.

Il nuovo ciclo apre con Il diletto del praticante, prima personale in un’istituzione museale italiana dello scultore americano Gary Kuehn (Plainfield, New Jersey, 1939), a cura di Lorenzo Giusti.

Suddivisa tra gli spazi espositivi della Galleria e la prestigiosa Sala delle Capriate, nell’antico Palazzo della Ragione di Bergamo, la mostra accoglie un nucleo significativo di circa 70 opere, tra le più importanti della produzione dell’artista: sculture, disegni, dipinti e installazioni realizzati dall’inizio degli anni Sessanta vanno a tracciare un percorso stratificato – comprensivo di una serie di nuove produzioni realizzate appositamente per questa occasione – volto a restituire le evoluzioni stilistiche del linguaggio di Kuehn e a mettere in luce la sorprendente attualità del suo lavoro.

L’allestimento della mostra nella Sala delle Capriate costituisce una tra le maggiori novità della nuova programmazione della GAMeC, grazie all’intesa culturale che il Comune di Bergamo ha costruito con l’istituzione affinché anche Palazzo della Ragione diventi luogo espositivo di arte contemporanea per i prossimi tre anni. Fino al 2020, infatti, lo spazio fungerà da sede esterna nel periodo estivo, con una programmazione strettamente legata al calendario espositivo della Galleria, che per la prima volta resterà aperta anche nel mese di agosto: gli abitanti della città e i numerosi turisti in visita potranno così scoprire i nuovi progetti espositivi in entrambe le sedi.

Parallelamente lo Spazio Zero ospita la mostra Enchanted Bodies / Fetish for Freedom, a cura di Bernardo Mosqueira, vincitore della nona edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize, riconoscimento che dal 2003 sostiene la ricerca di un curatore under 30.

Sviluppato indagando l’epistemologia e la cosmovisione della religione afro-brasiliana Candomblé, che riconosce la profonda influenza che gli oggetti possono avere sulla vita delle persone e su ciò che le circonda, la mostra esplora la possibilità umana di creare oggetti in grado di trasmettere un senso di libertà e di forza e pone in evidenza la capacità tipica del corpo migrante di generare e trasmettere la propria cultura in Paesi diversi da quello di origine, divenendo al contempo fruitore delle culture con cui viene a contatto.

Dopo aver analizzato la permanenza e le trasformazioni del patrimonio africano nella cultura brasiliana in seguito alla diaspora e alla schiavitù, Mosqueira ha concepito un progetto che riunisce opere di 17 artisti internazionali accomunati dall’esperienza quotidiana della lontananza dal luogo di nascita, in quanto migranti temporanei, nomadi, rifugiati, deportati, immigrati o esuli. Tra questi – solo per citarne alcuni –Abbas Akhavan, Tania Bruguera, Meschac Gaba, Carlos Motta, Daniel Steegmann Mangrané, Danh Vō e Haegue Yang.

Al secondo piano, il primo appuntamento de La Collezione Impermanente, una piattaforma espositiva e laboratoriale che andrà a costituire nei prossimi anni uno strumento di ricerca sul patrimonio custodito, uno spazio di riflessione sul collezionismo e sulle politiche istituzionali di acquisizione e un terreno di sperimentazione curatoriale propedeutico all’apertura della nuova sede del museo.

Il lancio della piattaforma è stato affidato all’artista rumeno Dan Perjovschi, invitato dalla GAMeC a progettare una provocatoria campagna pubblicitaria per gli spazi cittadini e per i canali social della Galleria, che intende stimolare una riflessione sulla crisi del modello tradizionale di museo legato alle collezioni e, al contempo, sulla problematica trasformazione delle istituzioni culturali in spazi per eventi spettacolarizzanti.

sei manifesti d’artista sono visibili nelle strade della città di Bergamo a partire dal 16 maggio, anticipando l’apertura ufficiale de La Collezione Impermanente #1 – primo appuntamento di questo ciclo – a cura di Valentina Gervasoni e Fabrizia Previtali.

La mostra racconta il costituirsi e l’evolversi della Collezione, presentando una selezione dei principali nuclei della raccolta in relazione al loro periodo di ingresso al museo. Il percorso espositivo include le opere del Comune di Bergamo donate all’Accademia Carrara prima della costituzione formale della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea nel 1991, una selezione di lavori della Raccolta Spajani, della Raccolta Stucchi e i lasciti più recenti, con una sezione dedicata alledonazioni di artisti e collezionisti del nuovo millennio, comprensiva dell’ultimo importante ingresso, l’opera Delfino di Pino Pascali (1967). Viene inoltre presentata al pubblico la donazione Lampugnani, composta da un nucleo di piccoli manufatti in bronzo e oro realizzati da Giacomo Manzù.

Continua inoltre la partecipazione della GAMeC ad Artists’ Film International, il prestigioso network dedicato alla videoarte che, dal 2008, coinvolge alcune tra le più importanti istituzioni internazionali d’arte contemporanea.

Per questa decima edizione – il cui tema è la “verità”, nelle sue connotazioni più ampie e diversificate – le curatrici Sara Fumagalli e Valentina Gervasoni hanno selezionato l’artista italiana Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) e l’opera I’m Talking to You (2016-2018). Il video presenta un montaggio appositamente ideato per l’occasione, e si compone di una serie di registrazioni che l’artista ha raccolto presso le abitazioni private di alcuni cittadini di Helsinki, nel quartiere di Maunula, nell’atto di ascoltare notizie alla radio, sul computer o in tv. Sospiri di rassegnazione, commenti sarcastici, urla di disapprovazione suscitate dai notiziari sono le reazioni filmate dall’autrice.

Il video sarà visibile per tutta la durata della rassegna: fino al 17 giugno verrà proiettato singolarmente; successivamente sarà incluso nel calendario delle proiezioni che presenterà – con una cadenza di tre settimane per ciascuna serie – le opere video proposte dalle altre istituzioni partecipanti: Fundación PROA, Buenos Aires; Whitechapel Gallery, Londra; Istanbul Modern, Istanbul; Belgrade Cultural Centre, Belgrado; Video-Forum of Neuer Berliner Kunstverein (n.b.k.), Berlino; Museum of Modern Art, Varsavia; MAAT – Museum of Art, Architecture and Technology, Lisbona; Bonniers Konsthall, Stoccolma; Tromsø Kunstforening, Tromsø; Ballroom Marfa, Marfa (Texas); Hammer Museum, Los Angeles; CAC – Contemporary Art Centre, Vilnius; Project 88, Mumbai.

Mario Tortoriello

Cerco di unire la passione per la scrittura e la comunicazione con l'impegno sociale ed attività nel terzo settore. In tasca la mia laurea in Scienze Politiche alla Federico II. Appassionato di fumetti, videogiochi e cinema di genere. Tifosissimo del Napoli e appassionato di calcio e sport. Cinque Colonne è per me una grande palestra per apprendere e praticare ogni giorno questo meraviglioso mestiere.

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