Dopo le elezioni parlamentari del 15 maggio e la nomina di Najib Mikati a primo ministro designato il 23 giugno, la formazione del governo è ora imperativa
L’Unione europea e i suoi Stati membri rimangono estremamente preoccupati per la grave crisi socio economica in Libano e il suo impatto su tutte le popolazioni vulnerabili. La valuta nazionale ha perso quasi tutto il suo valore pre-crisi, quattro persone su cinque ora vivono in povertà e l’elettricità è disponibile solo occasionalmente.
Questa situazione è stata aggravata dalla pandemia di COVID-19 e dalla crisi alimentare ed energetica derivante dall’aggressione russa contro l’Ucraina. Nonostante il tempestivo svolgimento delle elezioni legislative del 15 maggio, molte sfide devono ancora essere affrontate dalle autorità libanesi per superare questa crisi senza precedenti.
L’attuazione di riforme economiche e di governance attese da tempo, nel quadro di un programma del FMI a tutti gli effetti, deve essere la massima priorità. Tale programma è l’unica soluzione praticabile e credibile per aiutare il Libano a stabilizzare la sua economia, ripristinare la fiducia e fornire al paese l’assistenza di cui ha bisogno per intraprendere finalmente un percorso di ripresa e crescita.
Dopo le elezioni parlamentari del 15 maggio e la nomina di Najib Mikati a primo ministro designato il 23 giugno, la formazione del governo è ora imperativa. Il Parlamento, il Presidente e il nuovo Governo devono prendere le decisioni necessarie per affrontare la crisi senza precedenti del paese.
L’UE è pienamente determinata a continuare a incoraggiare e sostenere il Libano affinché adotti le misure necessarie per uscire da questa crisi. Il Consiglio ha adottato la decisione di prorogare di un anno il quadro per le misure restrittive mirate per far fronte alla situazione in Libano. La situazione in Libano è costantemente sotto controllo. La decisione di prorogare il quadro mira a prevenire i rischi di un ulteriore deterioramento della situazione e a trovare una via d’uscita dalla crisi.
Le autorità libanesi e la comunità internazionale devono continuare a lavorare insieme sulla complessa e impegnativa questione dei rifugiati siriani in Libano. L’UE e i suoi Stati membri lodano la generosità del Libano, ma invitano le autorità libanesi a evitare una retorica divisiva e ad agire in modo costruttivo su questo tema.
Ribadiscono la loro posizione secondo cui il diritto internazionale umanitario e il principio di non respingimento come definito dall’UNHCR devono essere rispettati. L’UE e i suoi Stati membri proseguiranno i loro sforzi per affrontare le cause alla base della crisi dei rifugiati e degli sfollati, conformemente alla risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in modo da consentire ai rifugiati siriani di poter tornare a casa volontariamente, in modo sicuro e dignitoso, secondo le norme dell’UNHCR.
L’UE e i suoi Stati membri accolgono con favore le discussioni tra Libano e Israele sulla delimitazione dei loro confini marittimi. Una soluzione negoziata contribuirebbe alla stabilità e alla prosperità della regione. Incoraggiamo le parti a impegnarsi in modo costruttivo e in buona fede.
L’UE e i suoi Stati membri continuano a impegnarsi a continuare ad assistere il Libano in questo momento di bisogno. L’UE ha recentemente intensificato i suoi impegni nel paese con 20 milioni di euro in finanziamenti umanitari aggiuntivi e 25 milioni di euro in termini di sicurezza alimentare e resilienza. E’ tuttavia essenziale che i leader libanesi mettano al primo posto l’interesse dei libanesi e realizzino le riforme necessarie, e lo facciano con la massima urgenza.
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