Uno sport ad emissioni 0 è possibile entro il 2040? L'accordo siglato alla cop26 di Glasgow potrebbe essere un punto di partenza?
La conferenza sul clima di Glasgow, nonostante le tante polemiche sull’accordo trovato, ha messo in discussione tutti dalla politica, alle industre e… lo sport che entro il 2040 punta ad avere emissioni 0.
I cambiamenti climatici riguardano tutti, nessuno escluso e sicuramente lo sport è parte integrante di questo processo. In un dedicato panel della conferenza internazionale in Scozia, il mondo sportivo si è messo in discussione ponendosi degli ambiziosi e numerosi obiettivi entro il 2040:
Tante altre iniziative potrebbero arrivare dalle singole società o singoli impianti come lo stadio Maradona di Napoli, San Siro, Wembley che potrebbero essere illuminati con energia proveniente da fonti rinnovabili.
Il grande ed ambizioso piano è stato siglato durante la quarta giornata della cop26 di Glasgow e tra i firmatari possiamo trovare grandi enti e società come: il Comitato olimpico internazionale (Cio), la Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa), Athletics Kenya, Bbc Sport, the Premier League, Formula E, Liga, Juventus, Arsenal, Liverpool.
“Quattro anni dopo lo Sports for Climate Actions Framework, oltre 280 organizzazioni si sono impegnate a raggiungere l’obiettivo complessivo di allineare lo sport ai traguardi degli Accordi di Parigi – ha affermato Patricia Espinosa, segretario esecutivo dello United Nations Climate Change -. Il settore ha accolto la sfida con entusiasmo, ma ha anche aggiunto che si vuole fare di più e più in fretta”.
Questa larga intesa per uno sport sostenibile nasce, in realtà, proprio in Italia e per la precisione in quel di Milano in occasione della pre-conferenza che ha coinvolto soprattutto i più giovani.
“Una delle richieste dei giovani allo Youth4Climate di Milano, a settembre, era che tutto il mondo dell’industria, anche quella sportiva, si decarbonizzasse entro il 2030. Nei punti del manifesto si parlava di gestione degli eventi, che oggi deve essere plastic free, ma anche di fattori produttivi, di materiali che non possono essere che riciclabili e a basso impatto”, dice Marirosa Iannelli di Italian Climate Network (una ong), attivista e ciclista amatoriale nel tempo libero.
“I giovani – prosegue Iannelli – hanno sottolineato quanto sia importante il ruolo di atleti e associazioni come cinghia di trasmissione tra la politica locale, e quindi piccoli club e semplici appassionati, e l’assise internazionale”.
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