Continua il nostro viaggio nella cucina circolare con un nuovo trend che è l'utilizzo dei lombrichi in agricoltura
L’utilizzo dei lombrichi è l’ultimo trend della cucina circolare. Dopo la creazione di fantasiose ricette a partire dagli scarti di frutta e verdura, dopo il riutilizzo degli stessi scarti per la realizzazione del compost, parliamo di una nuova pratica anche questa realizzabile non solo nelle aziende agricole ma anche sul balcone di casa propria. Questi piccoli animaletti richiedono poche cure e assicurano non solo il riciclo degli scarti di cucina ma anche la realizzazione di un concime di altissima qualità.
Se ci è chiaro come funziona una cucina circolare, capiremo facilmente come i lombrichi possono essere naturalmente integrati in questo circolo virtuoso. I vermetti del terreno sono come dei trasformatori. Si cibano della parte organica del terreno, quindi dei residui di vegetali, e producono come materiale di scarto un humus che diventa un ottimo nutrimento per le piante. In pratica, si mettono da parte i residui dei vegetali (separati dai residui di carta e
legno) e appena iniziano a marcire (requisito fondamentale) se ne dispone uno strato di circa 5 centimetri sul terreno. I lombrichi iniziano a nutrirsi (tra l’altro in grosse quantità) e producono l’humus. Il terreno che ne deriva è un concime molto più nutriente del classico letame. I suoi effetti sui prodotti agricoli sono visibilissimi, in termini di consistenza e intensità del sapore, tanto che è già utilizzato in alcune viticolture pregiate.
La lombricoltura, dicevamo, è un’attività gestibile anche in casa. Non occorrono, infatti, grandi spazi né cure assidue. Basta avere a disposizione del terreno nel quale far proliferare i lombrichi indifferentemente al mare o in montagna poiché questi vermi resistono a tutte le temperature. La materia organica (cioè i residui vegetali marciti) si dispone in strati ogni dieci giorni, quindi tre
volte al mese, nel periodo che va dalla primavera all’autunno. Durante l’inverno è bene sospendere e sostituire gli scarti con del letame che fermentando riscalderà il terreno. Il terreno va poi innaffiato per mantenere un certo livello di umidità (in estate è opportuno, per esempio, dare acqua tutti i giorni). La raccolta dell’humus, infine, avviene una o due volte l’anno.
Il primo step per avviare una lombricoltura è acquistare una lettiera, una certa quantità di terriccio contenente lombrichi piccoli, adulti e uova, che va posizionata sul terreno. Su questa base saranno poi adagiati i resti organici che avvieranno il processo di creazione dell’humus. La spesa iniziale varia a seconda delle dimensioni dell’impianto che si vuole creare. Si parte da una cifra tra i 100 e i 500 euro per un impianto a esclusivo uso per l’orto di casa, a una che oscilla tra i 1.000 e i 3.000 euro per un impianto “professionale”. Un’opportunità di lavoro da non sottovalutare, dunque, per giovani e per chi è uscito dal mercato del lavoro non sa come rientrarci.
In copertina foto di Sven Hilker da Pixabay
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