La querelle aperta con i figli di Enrico Berlinguer che non vogliono che si usi la figura del leader comunista per il marketing della testata
L’Unità – vecchio organo di stampa di riferimento della sinistra italiana ed ora riportata in edicola da un nuovo editore – in questi giorni è entrata in una querelle non di second’ordine con i figli di Enrico Berlinguer per un uso improprio della figura del leader comunista in una nuova campagna di marketing della testata.
Berlinguer, ricordiamolo, è stato una figura di spicco apicale nella politica italiana del XX secolo. Nato a Sassari nel 1922, è stato un leader carismatico del Partito Comunista Italiano (PCI). La sua figura è considerata una delle più importanti nel panorama politico italiano, in particolare durante gli anni ’70 e ’80.
Fervente comunista fu fautore di un approccio indipendente rispetto all‘Unione Sovietica, cercando di sviluppare una via italiana al socialismo. Sua una politica di compromesso e dialogo, cercando di costruire un’alternativa democratica al sistema capitalistico, senza abbandonare i principi socialisti.
Durante la sua leadership del PCI, Berlinguer si fece promotore anche del concetto di “eurocomunismo”, che cercava di distinguere il comunismo italiano da quello sovietico. Ha sostenuto la democrazia parlamentare, l’autonomia dei sindacati e ha promosso le politiche di benessere sociale per migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani.
Berlinguer fu particolarmente noto per la sua opposizione al sistema del “bipartitismo imperfetto” proprio della politica italiana dell’epoca. Cercò di creare un fronte unico di sinistra, cercando di superare le divisioni ideologiche tra i partiti comunisti, socialisti e socialdemocratici. Ha lavorato per unire le forze progressiste al fine di creare una società più equa e giusta.
Durante gli anni ’70, Berlinguer ha portato il PCI a raggiungere risultati significativi nelle indicazioni politiche italiane. Il suo carisma e la sua capacità di coinvolgere le masse contribuirono all’aumento del consenso per il partito, che divenne la seconda forza politica più grande in Italia.
Rispettato, a livello internazionale, come uno dei principali esponenti del comunismo occidentale e come promotore di un modello socialista democratico. Il suo impegno per il dialogo e la sua ricerca di un compromesso hanno ispirato molti politici di sinistra in Europa.
La morte prematura di Berlinguer nel 1984, all’età di 62 anni, ha lasciato un vuoto nel panorama politico italiano. Il suo funerale è stato un evento di portata nazionale, con più di un milione di persone che parteciparono per rendere omaggio a un uomo che aveva dedicato la sua vita alla causa del socialismo e della giustizia sociale.
La sua eredità continua ad ispirare i sostenitori del cambiamento sociale e della lotta per l’uguaglianza. Per la sua storia e per i principi in cui ha creduto per i quali ha trascinato folle immense ora i figli non accettano che venga utilizzata la sua immagine in maniera non in linea con quanto è stata la sua vita politica e non solo.
Intervista a cura di Serena Bonvisio
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