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Mafia siciliana in America: come è stata raccontata tra cinema e tv

Il Padrino e I Soprano sono le saghe cinematografica e televisiva che hanno raccontato in modi diversi la mafia siciliana in America

Mafia siciliana in America: com’è stata raccontata dal piccolo e dal grande schermo? Recentemente sono scomparsi due attori, James Caan e James Gandolfini, che hanno prestato il loro volto alla narrazione di quella realtà, anche se in modo opposto. “Il Padrino” e “I Soprano” sono stati due prodotti di altissima qualità posizionati ancora oggi nelle posizioni alte del ranking. Hanno dato di quel mondo due visioni opposte ma in realtà vicine basate sull’umanità.

Sonny Corleone

Il talento e la florida carriera di James Caan gli ha permesso di scrollarsi di dosso ruoli iconici e mietere sempre nuovi successi. Uno di questi ruoli è senza dubbio quello di Santino Corleone, detto Sonny, de “Il Padrino”, il primo dei tre film della saga, uscito nel 1972. Il primogenito collerico e impulsivo di don Vito. Qualità che gli si rivelarono fatali facendolo cadere vittima di un’imboscata organizzata dal cognato. Un ruolo importante il suo che doveva preparare l’ascesa di quello che diventerà poi il vero successore di Don Vito, il fratello Michele, o meglio Michael. Una parte interpretata in modo magistrale e che guadagnò a Caan la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista. Dopo l’uscita del film era opinione diffusa che Caan fosse italoamericano. Nessuno immaginava, invece, che avesse origini ebree.

Nato il 26 marzo del 1940 nel Bronx, da due genitori ebrei immigrati dalla Germania, e cresciuto nel Queens, frequentò la Hofstra University di Hempstead senza però completare gli studi. In quegli anni, trascorsi in compagnia di Francis Ford Coppola e Lainie Kazan, scoprì la recitazione e decise di passare alla Neighborhood Playhouse School of the Theatre. La sua carriera artistica si è divisa tra cinema e televisione dando corpo e voce a personaggi indimenticabili. Oltre al già citato Sonny, James è stato, infatti, Paul Sheldon, il romanziere tenuto ostaggio, bloccato in un letto, da Annie Wilkies in “Misery non deve morire”. Nel 2004 interpretò se stesso in una puntata della serie animata “I Simpson“.

Un boss in analisi

Tony Soprano, protagonista della serie tv “I Soprano” è un boss della mafia italoamericana del New Jersey. Alimenta le sue dubbie attività grazie a rapporti con altri boss locali e internazionali. Fin qui diremmo tutto normale se non fosse che Tony soffre di attacchi di panico. Un disagio che lo porta a sedersi regolarmente sul lettino di una psicoanalista. La radice del suoi malori, manco a dirlo, è il legame con la terribile madre Livia. Un legame che si ripercuote sul suo rapporto con la moglie Carmela. Dunque, alla sua terapeuta confida le ansie legate al “lavoro” e ai rapporti personali come chiunque altro con un risultato che appare ora di grande comicità ora di spietato realismo. Nelle sue sette stagioni, dal 1999 al 2007, la serie “I Soprano” ha vinto tutti i principali premi riservati alla categoria ed è stata considerata al quinto posto tra i 50 spettacoli televisivi di tutti i tempi.

Mafia siciliana in America: quante storie

Due prodotti, “Il Padrino” e “I Soprano” agli antipodi come risultato ma molto vicine come impostazione: mostrare l’umanità che si cela dentro i cosiddetti mafiosi. “Il Padrino” è scandito da frasi rimaste scolpite nella memoria (“Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare”); ne “I Soprano” è la comicità con i suoi tempi a dare il ritmo. Per i Corleone ogni scelta è dettata da un codice d’onore, un sistema di valori seppur discutibile e non manca talvolta di portare sofferenza a chi la deve attuare. Per Tony Soprano le perverse dinamiche familiari sono sempre motivo di grande ilarità. Non sono mancate le critiche nei confronti sia della serie che del del film accusati di alimentare stereotipi sulla comunità italoamericana o di assolvere in qualche modo comportamenti criminali. E se avessero invece contribuito a guardare alla criminalità con altri occhi?

In copertina foto di Buono Del Tesoro da Pixabay

Serena Bonvisio

Giornalista pubblicista, ha al suo attivo collaborazioni con diverse testate locali e nazionali, nonché esperienza di radio e ufficio stampa. Il web è come il primo amore... non si scorda mai.

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Serena Bonvisio

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