Giorno dopo giorno, vediamo sempre di più accendersi la discussione riguardo la legge di bilancio 2020 che al suo interno contiene quella che è più comunemente nota come “Manovra Finanziaria”. Cosa contiene questo provvedimento che rappresenta uno dei punti più importanti del “nuovo” governo “giallorosso”?
Cos’è una manovra finanziaria?
Prima di iniziare a parlare nel dettaglio della legge di bilancio 2020, è giusto spiegare in generale cosa è una manovra finanziaria, in cosa consiste e quanto sia importante per la vita di un paese. La legge di Bilancio è una legge della nostra Repubblica, prevista dall’Articolo 81 della Costituzione Italiana, con la quale la maggioranza di governo decide le spese pubbliche e le entrate previste per l’anno successivo (quella ora in discussione si riferisce infatti al 2019).
Alla base di questa tanto importante legge, troviamo il Documento di economia e finanza (Def) che è un documento attraverso il quale il governo, prima della manovra, mette nero su bianco quelle che saranno le scelte in materia di economia e finanza.
In pratica il Def va a determinare una specie di perimetro economico dentro il quale si andrà a muovere la legge di Bilancio, determinando gli indicatori di crescita del Pil e del rapporto deficit/Pil.
Una volta che è stato delineato e approvato il Def, il governo imbastisce la legge di Bilancio elencando quelle che saranno le spese pubbliche e le entrate previste per l’anno successivo. Il testo deve essere approvato in maniera definitiva entro la fine dell’anno e le normative previste entrano poi in vigore dal 1 gennaio. In sostanza con la manovra finanziaria si vedono quali saranno le intenzioni e le strategie del governo per l’anno che deve venire.
La manovra finanziaria 2020, le novità più importanti
Una delle misure più monitorate è stato il deficit/PIL fissato al 2,2%, un livello fissato in modo tale da non far storcere il naso all’Europa ma anche per non impedire ipotetici interventi di copertura. Stando alle novità del testo definitivo, il rapporto scenderà all’1,8% nel 2021 e all’1,4% nel 2022. L’obiettivo di crescita del 2020 non andrà oltre lo 0,6%, mentre il rapporto debito/PIL scenderà dal 135,7% al 135,2%. Nel 2020 e nel 2021 invece il PIL dovrà galoppare di almeno l’1% e il debito dovrà scendere prima al 133,4% e poi ancora al 131,4%.
La manovra finanziaria 2020, gli obiettivi principali
I principali obiettivi, comunque, del governo presenti all’interno della legge di bilancio 2020 sono:
Riduzione della pressione fiscale: Nessuna rimodulazione delle aliquote: l’aumento dell’IVA pari a 23,1 miliardi di euro previsto per il prossimo anno è stato completamente sterilizzato nel testo della Legge di Bilancio 2020
Taglio delle tasse sul lavoro: Il governo giallorosso proverà ad abbassare il costo del lavoro riducendo di conseguenza il peso delle trattenute fiscali e contributive in busta paga. I tre miliardi previsti per il taglio del prossimo anno verranno destinati soltanto ai lavoratori e non alle imprese.
Green investment: Nel testo della Legge di Bilancio 2020 sono stati previsti nuovi fondi di finanziamento statale e territoriale volti alla realizzazione di investimenti privati sostenibili. Ok dunque alla Plastic Tax che, se partirà nel luglio del 2020 garantirà un’entrata di 1,1 miliardi (1,7 miliardi nel 2023).
Interventi per il Sud: il testo ha previsto lo stanziamento di nuove risorse per continuare a incentivare il programma “Industria 4.0”. Previste anche risorse da destinare alle cosiddette infrastrutture sociali e al risparmio energetico in particolar modo nelle regioni meridionali della Penisola.
Lotta all’evasione fiscale: Per limitare l’evasione fiscale il governo Conte bis ha pensato altresì di introdurre delle multe da €30 fino a €2.000 per tutti i commercianti restii ad accettare pagamenti elettronici. Allo stesso tempo però sono entrati in manovra anche il carcere da 4 a 8 anni per gli evasori sopra i 100.000 euro e la confisca per sproporzione.
Pensioni e quota 100: la manovra non toccherà Quota 100 visto che la misura è stata già pensata al 31 dicembre del 2021. La riforma previdenziale volta al prepensionamento con 62 anni di età e 38 di contributi resterà in vigore fino a scadenza. Non subiranno modifiche neanche le finestre d’uscita.