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Meta e lo “strano” caso dei profili pro-Palestina scomparsi

Meta ha bloccato numerosi account Instagram pro-palestinesi, suscitando accuse di censura da parte della comunità palestinese

Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, ha bloccato numerosi account Instagram pro-palestina, suscitando accuse di censura da parte della comunità palestinese e dei suoi sostenitori. Analizziamo, in questo articolo, nel dettaglio cos’è successo e come si sta evolvendo la situazione.

Profili pro-Palestina scomparsi: le spiegazioni di Meta

L’azienda ha affermato che i blocchi sono stati effettuati per motivi di sicurezza, ma gli utenti hanno denunciato che la censura è sistematica e colpisce in particolare i contenuti che denunciano le violazioni dei diritti umani da parte di Israele. Nelle ultime settimane, Instagram è stata accusata di aver censurato post e profili pro-palestinesi, limitandone la visibilità e in alcuni casi addirittura cancellandoli. La scorsa settimana, l’azienda si è scusata per aver aggiunto la dicitura “terrorista” ad alcuni profili di utenti palestinesi, a causa di un errore di traduzione.

Eye.on.palestine

Una delle pagine Instagram più colpite dalla censura è @eye.on.palestine, che ha oltre 6 milioni di follower e pubblica regolarmente immagini e video dalla Striscia di Gaza. La pagina è stata bloccata per due volte in un anno, la prima volta nel 2022 per aver “violato le linee guida della comunità“.

Quanti profili sono stati colpiti?

Il gruppo di vigilanza sui social media 7amleh ha documentato più di 238 episodi di censura di contenuti pro-palestinesi su Instagram nelle ultime settimane.

Abbiamo scoperto un inquietante schema di messa a tacere delle voci palestinesi e della libera espressione, soprattutto sulle piattaforme di Meta”, ha dichiarato Nadim Nashif, direttore di 7amleh. “I contenuti palestinesi sono ingiustamente presi di mira, mentre i discorsi d’odio e l’incitamento contro i palestinesi sono largamente incontrollati. La censura è dilagante, con limitazioni di portata, rimozioni e restrizioni soffocanti per i media, i giornalisti e gli influencer“.

La “finta” imparzialità dei social?

La vicenda ha sollevato interrogativi sull’imparzialità di Meta nei confronti dei contenuti politici. L’azienda ha affermato di aver avviato un’indagine interna per verificare le accuse di censura. La situazione sembra molto strana visto che anche su X, social network di Elon Musk, era in atto una situazione analoga con profili nei quali era impossibile cliccare sul tasto segui (visto che al refresh della pagina, il follow “magicamente” spariva). Insomma, domanda sorge spontanea: i social sono davvero limpidi ed imparziali?

Foto di copertina: https://pixabay.com/it/illustrations/palestina-bandiera-1184100/

Mario Tortoriello

Cerco di unire la passione per la scrittura e la comunicazione con l'impegno sociale ed attività nel terzo settore. In tasca la mia laurea in Scienze Politiche alla Federico II. Appassionato di fumetti, videogiochi e cinema di genere. Tifosissimo del Napoli e appassionato di calcio e sport. Cinque Colonne è per me una grande palestra per apprendere e praticare ogni giorno questo meraviglioso mestiere.

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