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Natura quasi trasparente

La Fondazione Querini Stampalia e Krizia hanno il piacere di annunciare la proroga della mostra Natura quasi trasparente di Elisabetta Di Maggio, visibile fino a domenica 26 novembre 2017 negli spazi del Museo della Querini Stampalia a Venezia.

L’esposizione, a cura di Chiara Bertola, è stata realizzata in occasione della Biennale Arte da Fondazione Querini Stampalia e Krizia, in collaborazione con T Fondaco dei Tedeschi — DFS e Laura Bulian Gallery.

Elisabetta Di Maggio ha trascorso molto tempo nella casa museo della Querini Stampalia per il progetto site specific Natura quasi trasparente.

Qui nel Portego l’intervento dell’artista invade lo spazio e crea una relazione con il tempo passato e quello presente, ponendo lo spettatore all’interno di uno straniamento visivo.

La natura che ora ‘occupa’ il museo si presenta come un elemento vivo e germinativo all’interno di uno spazio congelato dalla storia. Come nelle grandi superfici di carta, anche nelle fragili foglie, Elisabetta Di Maggio ripete il rito della vita e del suo diffondersi ineluttabile.

Come dice l’artista stessa: “Sul concetto di tempo declinato in tutte le sue forme ho basato la mia ricerca, tanto da far diventare il tempo stesso la vera materia del mio lavoro.

La memoria e le sue stratificazioni sono sempre fonte di ispirazione per la nostra esistenza, ci danno delle indicazioni preziose e provocano cortocircuiti mentali da cui nascono le idee…”.

Natura quasi trasparente è parte del programma della Querini Stampalia ‘Conservare il futuro’, che coinvolge artisti contemporanei nella creazione di opere site-specific ispirate al confronto con la storia, gli spazi e le collezioni della Fondazione, con l’obiettivo di proporre sguardi inediti capaci di scardinare le consuete categorie di conservazione, esposizione e fruizione museale dell’opera d’arte.

Un’iniziativa, questa, che ha molte affinità con ciò che è oggi il T Fondaco dei Tedeschi, proprio grazie al progetto promosso dal gruppo DFS: il restauro di Rem Koolhaas e il design interno di Jamie Fobert sono stati realizzati nel cinquecentesco edificio mantenendo vive le testimonianze della sua storia attraverso i secoli. Il dialogo tra antico e contemporaneo lo trasforma in un luogo al contempo legato al passato e proiettato nel futuro, in cui memoria e innovazione si incontrano e creano a loro volta tracce di storia.

A un anno della sua riapertura al pubblico, è proprio a queste numerose testimonianze del lavoro del tempo che T Fondaco dei Tedeschi dedica il suo nuovo calendario culturale intitolato «Diamoci del tempo». Attraverso una serie di incontri con artisti, musicisti e scrittori che hanno messo il tempo al centro della loro ricerca, i visitatori sono invitati a interrogarsi su questo tema nell’era dell’immediatezza, dell’effimero e dell’accelerazione del ritmo della vita.

Dopo essere stato partner della Fondazione Querini Stampalia nella realizzazione della mostra Natura quasi trasparente e aver reso possibile il restauro e l’apertura di una stanza ‘segreta’ del Museo, prima chiusa al pubblico, T Fondaco dei Tedeschi ospita nell’Event Pavilion mercoledì 25 ottobre, alle 18.30, «Fili», un incontro con Elisabetta Di Maggio  – che ha fatto del tempo la materia prima del suo lavoro – in conversazione con Chiara Bertola, curatrice della mostra, e Bianca Tarozzi, poetessa e scrittrice italiana.

Pippo Calaiò

Scrivere è vivere. Sintetico motto che racchiude tutta la mia vita fatta di questo mestiere del raccontare da sempre.

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Pippo Calaiò

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