L'incidenza dell'obesità sta assumendo i connotati di un'epidemia: come uscirne? Ne parliamo nella Giornata mondiale dell'Obesità
Obesità: quali sono le conseguenze e come uscirne? Domande fondamentali considerato che la malattia sta interessando fasce sempre più ampie di popolazione. Uno studio che raccoglie dati di trent’anni su scala mondiale, ci dice che nel 2022, in tutto il mondo, vi erano 159 milioni di bambini e di adolescenti obesi e 879 milioni gli adulti. Numeri che oggi potrebbero essere stati facilmente superati.
In occasione della Giornata mondiale dell’Obesità, la rivista americana The Lancet ha pubblicato lo studio “Tendenze mondiali del sottopeso e dell’obesità dal 1990 al 2022”. La ricerca ha utilizzato i dati provenienti da 3663 studi basati sulla popolazione con 222 milioni di partecipanti. In 32 anni, il numero delle persone obese è cresciuto a dismisura. Siamo passati da 195 milioni (128 milioni di donne e 67 milioni di uomini) a quasi 880 milioni (504 milioni di donne e 374 milioni di uomini). In questo stesso lasso di tempo è notevolmente aumentato anche il numero dei bambini e gli adolescenti obesi: da 31 milioni a quasi di 160 milioni. Contemporaneamente, le persone sottopeso sono diminuite. Sono diminuite di un quinto tra le ragazze (dal 10,3% all’8,2%), e di oltre un terzo tra i ragazzi (dal 16,7% al 10,8%) ed è più che dimezzata negli adulti, passando dal 14,5% al 7% nelle donne; e dal 13,7% al 6,2% negli uomini. Numeri che spingono gli esperti a considerare l’obesità come una vera epidemia che non risparmia nessun Paese.
Secondo il Rapporto Barometro dell’Obesità dell’Italia, redatto dalla Fondazione Ibdo in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave con il contributo assoluto di Novo Nordisk, in Italia le persone obese sono oltre 25 milioni. Vale a dire il 47,6% degli adulti (36,1% in sovrappeso e 11,5% obesi) e il 26,3% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni (2, 2 milioni). Lo studio evidenzia un altro dato allarmante: l’inconsapevolezza del problema da parte degli italiani. Il 54,6% degli italiani obesi ritiene di avere un peso nella norma. Non c’è da stupirsi, quindi, se, secondo il World Obesity atlas report 2023 in Italia, l’obesità passerà dall’11,5% al 31% negli adulti entro il 2035, con un incremento annuo del 2%. Anche i bambini obesi vedranno un aumento annuo del 2,1%.
Cosa si può fare per invertire la tendenza in atto? Il primo passo è senza dubbio la consapevolezza.
Bisogna sapere che l’obesità espone l’organismo non solo a malattie cardiovascolari, che nel nostro Paese sono la principale causa di morte, ma anche all’insorgenza del diabete. Il legame tra obesità e diabete è talmente forte che alcuni studiosi parlano addirittura di diabesità. Un elemento da non sottovalutare soprattutto quando si parla di obesità infantile. Secondo la Società Italiana di Diabetologia, infatti, un bambino obeso ha il 75%-80% di possibilità di diventare un adulto obeso e a rischio diabete.
Il secondo passo sta nel sapere che si può guarire dall’obesità inaugurando un nuovo stile di vita.
In copertina foto di Tumisu da Pixabay
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