Dal 1° gennaio 2023 la Croazia entrerà nell'elenco dei Paesi aderenti all'area di Schengen
Paesi Schengen: nel 2023 l’area di libera circolazione all’interno dell’Europa vedrà un nuovo allargamento. Dal 1° gennaio 2023, infatti, vi farà il suo ingresso la Croazia. L’adesione del Paese balcanico è stata decisa da una votazione unanime da parte dei Paesi membri della Zona. Sono state respinte invece le richieste di Bulgaria e Romania. Responsi che non hanno mancato di suscitare polemiche nel dibattito pubblico. L’ultima adesione, quella del Liechtenstein, risaliva al 2011.
L’area Schengen è una delle colonne portanti del progetto europeo. Fu stata istituita nel 1995 per consentire la libertà di circolazione dei cittadini europei. Tra un Paese aderente e l’altro è possibile, infatti, viaggiare senza controllo dei documenti alla frontiera. I cittadini dei Paesi aderenti alla Zona di Schengen godono di diversi vantaggi:
Secondo i dati diffusi dal parlamento europeo nel 2019 erano 3,5 milioni le persone che ogni giorno attraversavano un confine interno. Il fenomeno del pendolarismo transfrontaliero interessava, però, 1,7 milioni di persone.
Attualmente all’area Schengen aderiscono 26 Paesi. Di questi 22 appartengono all’Unione europea, 4 sono esterni. Nella pratica si può circolare liberamente in tutti i Paesi dell’Unione europea tranne che in Irlanda (che ha scelto deliberatamente di non partecipare), Bulgaria, Cipro, Romania e Croazia (ancora per pochi giorni). I Paesi esterni all’Unione europea che hanno aderito al patto di Schengen sono Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. Il Liechtenstein è stato l’ultimo Paese a entrare nell’area di libera circolazione nel 2011. Quest’anno è stata vagliata la candidatura di tre Paesi: Croazia, Bulgaria e Romania.
Mentre la Croazia ha ottenuto il voto unanime favorevole (requisito necessario per entrare a far parte dell’area Schengen) per il suo ingresso in Schengen, Bulgaria e Romania hanno incassato il veto di Austria e Paesi Bassi. Secondo il cancelliere austriaco Karl Nehammer, l’abolizione dei controlli alle frontiere dei due Paesi avrebbe come conseguenza l’arrivo in Austria di un numero considerevole di migranti non registrati. Il rifiuto dei Paesi Paesi Bassi nei confronti della Bulgaria riguarda, invece, il suo stato di diritto. Per il parlamento olandese è necessario monitorare in Bulgaria sia il funzionamento dello stato di diritto che l’incidenza di criminalità e corruzione. Probabilmente la Bulgaria potrà fare il suo ingresso in Schengen il prossimo anno.
In copertina foto di Pexels da Pixabay
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