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Peaky Blinders: un ottimo esempio di Serie TV

Ci sono serie, invece, che possono tranquillamente essere considerate dei veri e propri capolavori sotto diversi aspetti

L’arrivo delle piattaforme di streaming online ci ha portato ad appassionarci sempre di più al mondo delle serie TV, portandoci a diventare delle medaglie d’oro di binge watching, ovvero una visione di varie puntate ininterrottamente (così come l’arrivo delle varie piattaforme di gioco online come le Slot Gratis ci ha portato a voler spesso tentare la fortuna in rete).

La presenza e la creazione di sempre più numerose serie televisive non è però sempre sinonimo di qualità; capita talvolta di essere di fronte a serie che hanno magari raggiunto un discreto successo, pur non essendo considerabili dei veri e propri capolavori (si pensi per esempio al fenomeno de La casa di carta o a Teen Wolf, che hanno appassionato soprattutto il pubblico più giovane).

Ci sono serie, invece, che possono tranquillamente essere considerate dei veri e propri capolavori sotto diversi aspetti, dalla fotografia alla sceneggiatura, fino ad arrivare alla perfezione nella recitazione dei vari attori.

Una delle serie TV maggiormente apprezzate da pubblico e critica negli ultimi anni è sicuramente Peaky Blinders, la serie con regia di Steven Knight creata nel 2013 e farà presto ritorno sul piccolo schermo con la 6° e ultima stagione.

La storia vede come protagonista la famiglia Shelby, ovvero i tre fratelli Arthur, Michael e soprattutto Thomas, il personaggio attorno a cui ruota tutta la vicenda.

I tre, reduci dalla prima Guerra Mondiale a cui hanno preso parte come soldati dell’esercito britannico, fanno costantemente i conti con diversi disturbi post traumatici a cui sono soggetti dopo il loro ritorno dal fronte.

A Birmingham, città in cui vivono e in cui lavorano legalmente come allibratori, fanno parte inoltre di una gang malavitosa di cui Thomas è il boss chiamata appunto Peaky Blinders, che prende il nome dai berretti che ogni membro della gang indossa ed utilizza come arma poiché al loro interno sono nascoste delle lamette.

Per gestire ed organizzare i loro traffici e i loro affari questi utilizzano come punto di riferimento il Garrison Pub, sempre di proprietà degli Shelby.

Le varie stagioni si basano sulle continue minacce a cui la gang deve costantemente state in allerta per mantenere il proprio potere sui suoi traffici; sono diversi infatti gli antagonisti che di stagione in stagione tenteranno di distruggere i Peaky Blinders per mettere mano ai loro affari.

La serie mette inoltre in luce le difficoltà, le paure e i vari tratti caratteriali dei diversi personaggi, mostrando al pubblico come interagiscono tra di loro. Anche nella stessa gang ci sono infatti vari episodi di tradimenti, liti, incomprensioni che porteranno spesso scompiglio; Arthur, per esempio, è tra i fratelli quello che ha sofferto di più il ritorno dalla guerra, portandolo ad avere spesso atteggiamenti eccessivi, alternando momenti di schizofrenia a momenti di sconforto e tristezza.

Il fulcro di tutto è Thomas, il boss a capo della gang, che grazie alla sua personalità forte e riflessiva non si fa mai mettere i piedi in testa e riesce sempre ad ottenere quello che vuole, dimostrando di essere un leader capace ed affidabile.

Anche Thomas (generalmente chiamato Tommy) dovrà fare spesso i conti con i suoi tormenti interiori del passato, e affronterà nel corso delle varie stagioni diverse difficoltà e momenti di tensione e sconforto, ma anche momenti felici e soddisfacenti (come il matrimonio e la nascita dei suoi figli).

La bellezza di Peaky Blinders sta nel suo perfetto mix di sceneggiatura e fotografia; le inquadrature sono spesso infatti considerate vere e proprie opere d’arte, dello stesso livello di quelle cinematografiche. Le interpretazioni dei vari attori sono eccellenti, estremamente naturali e per niente caricaturali (specialmente quelle del protagonista Cillian Murphy e di Helen McCrory, interprete di Polly Gray).

Inoltre, le colonne sonore sono azzeccate e per niente fuori luogo, anche se spesso vengono utilizzati brani recenti nel contesto del primo dopoguerra, ma questo non creerà spaesamento, ma al contrario crea una perfetta sinergia tra tutti i vari avvenimenti.

Siamo curiosi di sapere cosa la 6° stagione ci riserverà, ma siamo sicuri che non ci lascerà delusi.

Mario Tortoriello

Cerco di unire la passione per la scrittura e la comunicazione con l'impegno sociale ed attività nel terzo settore. In tasca la mia laurea in Scienze Politiche alla Federico II. Appassionato di fumetti, videogiochi e cinema di genere. Tifosissimo del Napoli e appassionato di calcio e sport. Cinque Colonne è per me una grande palestra per apprendere e praticare ogni giorno questo meraviglioso mestiere.

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