Categorie: Fatti

PER I NUOVI ITALIANI

Il ministro per la Coooperazione internazionale e Integrazione, Andrea Riccardi, ha reso omaggio alla tomba, nel cimitero di Villa Literno, di.


Il ministro per la Coooperazione internazionale e Integrazione, Andrea Riccardi, ha reso omaggio alla tomba, nel cimitero di Villa Literno, di Jerry Essan Masslo, immigrato sudafricano ucciso nell’agosto del 1989 per essersi ribellato ai ‘caporali’

 

E’ solo di qualche giorno fa l’esortazione del Presidente Giorgio Napolitano a riconsiderare in termini d’integrazione la questioni degli immigrati e soprattutto di quelli di seconda generazione, cittadini italiani a tutti gli effetti. Una commemorazione, tenutasi sul litorale domizio ha visto la partecipazione del ministro Romano che ha, appunto, dichiarato: “Sono venuto qui per rendere omaggio a Jerry Masslo. Un uomo che nella vita e nella morte rappresenta la parabola dei profughi del Sudafrica. Sono stato in quel paese e ho conosciuto l’orrore del Sudafrica razzista. Credo, però che questa triste storia ha fatto prendere coscienza ai cittadini del dolore, della fatica, della sofferenza degli immigrati che sono arrivati qui”. Così il ministro per la Coooperazione internazionale e Integrazione, Andrea Riccardi, che ha reso omaggio nel primo pomeriggio di oggi alla tomba, nel cimitero di Villa Literno, di Jerry Essan Masslo, immigrato sudafricano ucciso nell’agosto del 1989 per essersi ribellato ai ‘caporali’. “Da quella sofferenza – aggiunge il ministro – sono nati tanti fatti positivi: la prima legge Martelli, l’apertura ai profughi dell’Est e poi del mondo intero”. “Ringrazio il presidente Napolitano per il discorso che ha fatto nel ricevere i nuovi italiani”, conclude il ministro. Ancora il ministro Riccardi, rivolgendosi a un centinaio di immigrati che lo hanno accolto nel seminterrato del Centro Fernandez, sul litorale domizio a Castel Volturno: “non sono qui per dare soluzioni ma per rappresentare la volontà di questo governo di portare avanti il processo di integrazione degli immigrati in modo serio e maturo”. La grossa palazzina a tre piani ricoperta di mattoni rossi che è uno dei punti di riferimento di moltissime comunita’ di immigrati, compresa quella di africani, è stato fondato dalla arcidiocesi di Capua.

 

Gianni Tortoriello

Quattro decenni e più di vita dedicati al giornalismo, ma anche alla comunicazione tout-court, passando dalla carta stampata, alla televisione, al web. Una Laurea in Scienze Politiche alla Federico II, qualche anno d'insegnamento e qualche altro da formatore. Unica fede, il Napoli. Poche certezze, tanta passione e una consapevolezza: ciò che paga è solo l'impegno costante nel realizzare i propri progetti e, perché no, i sogni. Il villaggio globale di cristallo dell'informazione e della comunicazione è, purtroppo, divenuto il luogo dove conta solo 'spararla quanto più grossa possibile!' Il sensazionalismo e l'opinionismo hanno soppiantato la notizia. Io vorrei solo continuare a fare quello che mi hanno insegnato: raccontare i fatti.

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