Reso noto il testo del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) il cui contenuto contiene numerose proposte per la ripartenza dell'Italia
Tre obiettivi, quattro riforme e sei missioni: possiamo sintetizzare così il contenuto delle proposte all’interno del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), detto anche Recovery Plan, il cui testo è stato presentato dallo stesso Draghi prima della sua approvazione alle Camere. Nel suo lungo e accorato discorso, Draghi ha illustrato come andranno ripartiti i fondi del Recovery Fund e quali sono le riforme da attuare. Un’ampia cornice, quella del Piano, che va riempita di proposte concrete.
Iniziamo col dire che il piano prevede finanziamenti per 221,1 miliardi di euro di cui 191,5 miliardi proverranno dal Recovery Fund e 30,6 da fondi interni all’Italia. E’ articolato in sei missioni:
Pensando alle difficoltà che abbiamo affrontato e ancora stiamo affrontando a causa della pandemia, sorprende vedere che alla sanità sia stata affidata la fetta più piccola dei finanziamenti mentre si è puntato sulla digitalizzazione e sull’innovazione.
Nella sua presentazione Draghi ha parlato di tre obiettivi per il Recovery Plan: riparare ai danni economici e sociali causati dalla pandemia, colmare i divari che creano disuguaglianza (come quelli tra Nord e Sud e tra i generi) e attuare la transizione ecologica. A questo proposito è interessante come l’aumento dei posti a disposizione negli asili nido e l’incremento dei servizi agli anziani siano stati pensati nell’ottica di favorire l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro. A supporto di questi obiettivi, sarà necessario attuare delle riforme come quelle della giustizia, del fisco e della pubblica amministrazione e la semplificazione, da tempo attese.
Quanto alla sanità che in questi mesi si è rivelata il nostro punto debole le indicazioni sono molto generiche. Si parla di riorganizzazione della rete ospedaliera oltre che alla sua digitalizzazione. Ciò che è mancato in questi mesi sono i posti letto soprattutto nelle terapie intensive. Si invertirà la tendenza che negli anni passati ha smantellato la sanità pubblica a favore di quella privata? La scuola, che molto spesso ha pagato gli errori di altri settori che non sono riusciti a organizzarsi opportunamente, riuscirà a riscattarsi dalle carenze storiche (che sono per lo più legate alla struttura)? Nel Piano si parla di sostituzione degli edifici vecchi. Dove saranno costruite le nuove scuole? Si parla di nuovi metodi di reclutamento degli insegnanti: questi metodi assicureranno l’inizio dell’anno scolastico con tutte le cattedre assegnate? Quanto ai trasporti che, secondo il Piano, saranno incrementati soprattutto al Sud: i fondi stanziati saranno sufficienti per questo comparto o si finirà a viaggiare una tantum da pascià da Roma a Bari e tutti giorni in treno merci da Poggiomarino a Napoli?
In copertina Foto di Ant Davey da Pixabay
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