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Precipitazioni “marziane”

Ha plasmato il volto di Marte, agendo anche sui suoi crateri: il singolare ‘artista’ che ne ha cambiato i connotati è la pioggia, al centro di una nuova ricerca sul clima del quarto pianeta del Sistema Solare.  

Lo studio, condotto dai geologi del Center for Earth and Planetary Studies della Smithsonian Institution e dell’Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University, è stato illustrato nell’articolo “The changing nature of rainfall during the early history of Mars”, recentemente pubblicato sulla rivistaIcarus.

Secondo gli autori del paper, in un’epoca remota, l’atmosferadel Pianeta Rosso avrebbe subito dei cambiamenti tali da provocare piogge molto intense che avrebbero svolto un’azione erosiva simile a quella prodotta dalle precipitazioni sulla Terra.

Per sostenere questa ipotesi gli studiosi hanno utilizzato metodologie impiegate per lo studio dell’atmosfera terrestre e per analizzare gli effetti della pioggia sulla superficie del nostro pianeta. 

Le valli di Marte sono state particolarmente al centro dell’attenzione, in quanto, secondo il gruppo di lavoro, presentano i segni più evidenti dell’azione svolta dalla pioggia. Nella foto in alto a sinistra, un’immagine del pianeta dove sono state evidenziate le aree che hanno subito processi erosivi (Credits: Elsevier). 

Le precipitazioni, tuttavia, nel corso del tempo si sono presentate in maniera differente a seconda dei cambiamenti intervenuti nell’atmosfera marziana. 

Quando Marte si è formato, circa 4,5 miliardi di anni fa, la sua atmosfera era più consistente e caratterizzata da una pressione più elevata (4 bar), che ha influenzato le dimensioni delle gocce e l’intensità delle piogge.  

Le gocce sarebbero state molto piccole (ampie circa 3 mm) e avrebbero dato luogo ad una foschia più che ad una pioggia vera e propria, senza azioni erosive di grande rilievo. 

Nel corso di milioni di anni, però, la pressione atmosferica è diminuita (1,5 bar), causando un cambiamento nelle piogge, divenute più intense e caratterizzate da gocce più grandi (ampie circa 7,3 mm). Gli scienziati fanno risalire a questa fase della storia del clima di Marte l’azione modellante delle precipitazioni.  

Il gruppo di lavoro, quindi, ritiene che lo studio possa aprire nuove prospettive di indagine sia sul passato del Pianeta Rosso, sia sulle sue condizioni ambientali connesse alla presenza dell’acqua

Redazione CinqueColonne

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