Claudia Goldin ha ricevuto il Premio Nobel per l'Economia 2023. I suoi studi sul contributo delle donne al mercato del lavoro ci hanno sensibilizzato sul tema del gender gap
Il Premio Nobel per l’Economia 2023 è stato assegnato a Claudia Goldin. Terza donna a vincere il prestigioso premio, la Goldin è una storica dell’economia e un’economista nota per i suoi studi sul contributo delle donne al mercato del lavoro.
Nata a New York nel 1946, cresciuta nel Bronx, Claudia Goldin si è laureata in Economia alla Collin. Subito dopo è entrata nel programma di dottorato in Economia dell’Università di Chicago, ha poi insegnato all’Università del Wisconsin-Madison, all’Università di Princeton e all’Università della Pennsylvania. Nel 1990 è entrata nel dipartimento di Economia dell’Università di Harvard dove insegna tuttora. Ha ricevuto diversi dottorati honoris causa, tra cui quello dell’Università del Nebraska, dell’Università di Lund, dell’Istituto universitario europeo, dell’Università di Zurigo, del Dartmouth College e dell’Università di Rochester. Fa parte di diverse organizzazioni come l’American Academy of Political and Social Science, la Society of Labor Economists, l’Econometric Society e l’American Academy of Arts and Sciences, la National Academy of Sciences.
Nelle motivazioni che hanno guadagnato a Claudia Golin il Nobel per l’Economia si legge che l’economista ha i merito di averci “fatto progredire la nostra comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile” e di aver scoperto quelli che sono i pilastri sui quali si reggono le differenze di genere nel mercato del lavoro.
Il lavoro della Goldin, il più ampio del settore, ha analizzato la partecipazione della donna al mercato del lavoro in duecento anni di storia americana con particolare riferimento alle differenze di genere. Nello specifico il suo studio ha analizzato il perché le donne lavorano meno degli uomini, perché sono retribuite con salari più bassi,
La partecipazione delle donne al mercato del lavoro non è quello che potremmo definire un trend a rialzo costante, bensì un trend a u segnato, cioè, da una diminuzione e poi un rialzo. Nel 1790, quando il lavoro era prevalentemente agricolo, lavorava il 60% delle donne; con la rivoluzione industriale la partecipazione femminile è scesa sempre di più: nel 1910 lavorava circa il 10% delle donne. Da allora il contributo femminile è nuovamente risalito concentrandosi soprattutto nel settore dei servizi. Nel Novecento le donne hanno avuto maggiore accesso all’istruzione; la reale aspettativa di un cambiamento sociale e l’avvento della pillola contraccettiva che ha permesso alle donne di pianificare le gravidanze per dare spazio al lavoro hanno fatto il resto.
Perché dopo i grandi cambiamenti sociali che hanno visto le donne protagoniste il gender gap non è stato ancora colmato? Secondo la Goldin la risposta sta in un fattore prettamente culturale. Fino a qualche tempo fa le giovani donne faticavano a entrare nel mondo del lavoro perché condizionate da modelli familiari che vedevano la donna casalinga. In un tempo, come quello di oggi, in cui questo tipo di modello familiare è sempre più raro, la cura dei figli è ancora appannaggio della donna, anche quando questa lavora.
Gli studi della Goldin dimostrano che essere madre condiziona enormemente la vita lavorativa di una donna: due donne a parità di mansione guadagnano diversamente se hanno figli o meno. Il divario si apre proprio quando nasce un figlio.
Claudia Goldin è la terza donna ad aver ricevuto il Premio Nobel per l’Economia: prima di lei era stato assegnato nel 2009 all’americana Elinor Ostrom e nel 2019 alla francese Esther Duflo.
In copertina foto di Florian Pircher da Pixabay
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