(Adnkronos) – C’è un imprenditore di non poco conto che partecipa alla cordata bipartisan di costituzionalisti facenti capo a Libertà Eguale, Magna Carta e ioCambio, in campo e sottotraccia per traghettare il Paese al premierato, che lunedì prossimo presenteranno a Palazzo Madama la loro iniziativa e martedì 27 daranno vita ad una maratona oratoria per evitare il referendum confermativo.
Si chiama Nicola Drago, “aggiustatore” di natura e mestiere, come si definisce, per aver rimesso in sesto in 8 anni la storica De Agostini Editore, azienda di famiglia di cui è amministratore delegato, e che oggi ambisce ad aggiustare il modello di governo del Paese, offrendo alla politica “la vitamina” per le riforme.
“Dopo un percorso di apprendimento con primari costituzionalisti come Sabino Cassese e Giovanni Guzzetta, ho capito che nella seconda parte della Costituzione si annidava l’origine di parte dei nostri problemi. Visto che nella vita se c’è qualcosa di rotto mi viene da aggiustarla o da aggiornarla – racconta scherzando con l’Adnkronos – mi sono detto perché non provare a farlo come organizzazione civica, attivando le risorse che conosco e utilizzando gli strumenti che impiego quotidianamente”. “Mi piace restituire alla collettività parte delle fortune che ho avuto”.
Così Drago, insieme ad altri imprenditori, costituzionalisti ed esperti di comunicazione fonda ioCambio, movimento che vuole unire tutti coloro che pensano che il tempo per cambiare l’Italia sia ora e che la politica non ce la farà da sola. In prima linea con l’Ad De Agostini, per scongiurare il rischio ‘naufragio riforme’ dopo almeno sei tentativi falliti in quarant’anni, oltre a tecnici e giuristi, c’è un folto parterre di imprenditori di primo piano: spiccano i nomi di Alessandro Garrone, Vice Presidente di Erg; Giuseppe Lavazza, Presidente di Lavazza; Vito Pertosa, Presidente di Mermec; Daniele Ferrero, fondatore di Venchi; Davide Dattoli, fondatore di Talent Garden. “Offrono aiuto operativo e supporto al nostro fronte riformista.
Poi sostengono con libere donazioni, chi vuole partecipa. Ma non abbiamo un budget che fa notizia – precisa anticipando la domanda – Più importante la mano sulla spalla che sento da ciascuno di loro”. Una mano sulla spalla che arriva anche dal terzo settore, ad esempio da Maurizia Iachino, Presidente di Azione contro la Fame, già nella task force Colao; e pure dall’imprenditoria sociale dei giovani, dai “buoni lobbisti” di Federico Anghelé a Lorenzo Pavanello, Presidente di 20e30; da Luigi Secondo, Presidente di Visionary a Paolo De Nadai, fondatore di Scuola zoo e We road… “Tutte persone che hanno capito la portata di questa iniziativa per le generazioni che rappresentano. Questa è una riforma di lunga gittata – parla con convinzione Drago – Non coinvolgere i giovani sarebbe una contraddizione”.
E in effetti, detto fatto: spiega che partendo dai social e puntando alla rottura di certi meccanismi di comunicazione tra gli obiettivi del movimento c’è quello di attrarre i giovani rendendo “pop” le riforme istituzionali; “coinvolgeremo influencer”, racconta alludendo al video di ieri di Roberto Parodi, detto “il parods”, con i suoi quasi 300mila follower. Informare in maniera indipendente e contemporanea è infatti l’altra anima di ioCambio, incardinata in una ambiziosa attività divulgativa di massa. Anche se i numeri ancora appaiono piccoli, “diciamo che tra chi parla di riforme istituzionali, e noi parliamo solo ed esclusivamente di quello, abbiamo il seguito tra i più ampi e trasversali al mondo… – scherza Drago – E siamo appena al 5% del lavoro ancora da fare”.
Quali sono le intenzioni di ioCambio? “Sono quelle dichiarate. Dobbiamo dare una mano visto che i partiti da soli non ce la fanno. Sulla scorta della collaborazione con Libertà Eguale e Magna Carta, uniamo tutti i riformisti per puntare il dito contro i conservatori che non vogliono fare i conti con chi dà le carte, cioè il Governo, e che pretendono di rifare da capo la ricetta invece magari di aggiungere condimenti alla pietanza che lo chef ha cucinato. Io sono un uomo di azione – rimarca Drago- La nostra ambizione non è essere un centro studi, ma dare una mano esecutiva e determinante affinché si superino gli ostacoli del passato e si aggiorni il nostro modello di governo”, afferma con positiva determinazione.
La campagna per le riforme prelude alla costituzione di un nuovo centro? “No – risponde – Oggi cambiare le regole del gioco è 10 volte più importante che pensare a chi saranno i contendenti tra cinque anni. Se riuscissimo a dare una mano a cambiare le regole sarebbe di per sé un successo che vale enormemente più di un estemporaneo trionfo elettorale”. “E comunque, destra – sinistra – centro sono visioni superate e che lasciano il tempo che trovano. Secondo me questo Paese oggi si divide tra riformisti e conservatori, tra chi è a favore del cambiamento e chi è contrario, e che in maniera palese o subdola lo osteggia. Questo è il valore di ioCambio”.
E se non funziona il tentativo di compromesso portato avanti insieme a Libertà Eguale e Magna Carta, ioCambio che fa e con chi si schiera? “Ci sono due scenari: se non sarà raggiunta la maggioranza dei due terzi e si andrà a colpi di maggioranza al referendum, allora valuteremo il quesito referendario. Lo appoggeremo se il nuovo modello di governo sarà giusto, democratico ed equilibrato. Al momento riteniamo ad esempio che la norma che regola il subentro del secondo premier sia un pasticcio.
Poi abbiamo chiesto l’introduzione del ballottaggio, il limite a due mandati per il premier, maggioranza rafforzata per l’elezione del Presidente della Repubblica e lo statuto delle minoranze… Se invece, come speriamo, il parlamento approverà la riforma con i 2/3 – conclude – vivremo in un paese trasformato in cui a tutti sarà finalmente possibile fare programmi e agire per il bene comune di medio/lungo termine. Sarà una svolta pari a quella del 1946 (dopo il referendum Monarchia-Repubblica, ndr). Nel frattempo, io continuo a lavorare, a impegnami sia nella mia attività professionale che per ioCambio, e a cercare di fare bene entrambe le cose, ma mi guardo bene dall’idea di una discesa in campo”. (di Roberta Lanzara)
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